TRA ARTE E FEDE, ALLA SCOPERTA DELLE MEDAGLIE DEVOZIONALI | 1

Le più diffuse sono di forma ovale o rotonda ma si trovano pure manufatti di foggia rettangolare, ottagonale, quadrilobata (fig. 3), rettangolare centinata e scantonata (fig. 4), oppure a cuore, a mandorla (fig. 5), a croce ecc… Generalmente sono provviste di un appiccagnolo complanare o trasversale che consente di portarle appese oppure, per il medesimo scopo, è stato saldato sul bordo un appiccagnolo di forma semplice e discreta oppure, a volte, molto elaborata con numerose volute decorative (fig. 6). In origine (XVI-XVII secolo) la medaglia votiva poteva avere tre appendici a pomellino (fig. 7), disposte ortogonalmente con l’appiccagnolo, che venivano utilizzate per cucirla alla veste o al copricapo.

7Figura 7 | San Carlo Borromeo e san Giovanni Battista (?); medaglia ovale in ottone (?), prima metà del XVII secolo (san Carlo è riconoscibile perché è raffigurato in atto di pregare dinnanzi al crocefisso)
8Figura 8 | Madonna con Gesù bambino e scena della lavanda dei piedi; medaglia in argento (50×40 mm). Coniata per il Giubileo del 1725
9Figura 9 | San Luigi Gonzaga: medaglia in bronzo argentato (30 mm), produzione milanese


A partire dal Cinquecento, dopo la Controriforma, la produzione delle medaglie popolari di devozione, a basso costo, subì un notevole sviluppo, oltre ad essere indossate hanno cominciato ad essere accorpate alle corone dei rosari come naturale completamento, determinando e fissando i rapporti tra pratiche devote, confraternite e santuari. Sicuramente hanno rappresentato un importante mezzo di diffusione della venerazione alla Vergine, ai santi, alle reliquie secondo le direttive impartite dopo il concilio di Trento. Sulle medaglie possono essere incise immagini cristologiche e mariane, giubilari (fig. 8) e agiografiche (fig. 9), spaziando dai santuari (fig. 10), ai luoghi di pellegrinaggio fino ai culti di santi locali (fig. 11). Nel fervore della vita religiosa degli anni successivi alla Controriforma non mancarono le indulgenze inerenti all’uso di corone, rosari, croci, immagini e medaglie benedette (stabilita da Paolo V nel 1610), come “l’Indulgenza della medaglia di san Carlo Borromeo”.

10Figura 10 | Madonna d’Oropa e santuario; medaglia bimetallica (diametro 32 mm), fine XIX – inizio XX sec.
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Figura 11 e San Venanzio e santi Pellegrino e Bianco; medaglia in bronzo (diametro 26 mm), fine XIX sec., manifattura italiana. Medaglia di interesse devozionale modenese perché ricorda san Venanzio, venerato nell’omonima località vicino a Maranello, e l’urna dei santi Pellegrino e Bianco esposta nel loro santuario di San Pellegrino in Alpe, sull’Appennino. L’edificio è situato al confine tra l’Emilia e la Toscana ed è virtualmente tagliato in due; da un lato è situato nel comune di Frassinoro (Modena) mentre l’altro nel comune di Castiglione Garfagnana (Lucca). Persino la teca con i resti dei due santi è condivisa; essi riposano con la testa in Emilia ed i piedi in Toscana