TRA ARTE E FEDE, ALLA SCOPERTA DELLE MEDAGLIE DEVOZIONALI | 1

documents-button(di Gianni Graziosi) | Un gruppo particolarmente numeroso tra le medaglie, e nello stesso tempo decisamente suggestivo, è costituito dalle medaglie “di fede”, ossia da quelle che recano immagini sacre e sono destinate ad essere portate addosso come forma di devozione (fig. 1). Anche se il loro uso è molto comune e popolare, poco numerose sono le pubblicazioni scientifiche scritte sull’argomento sia in Italia che all’estero. Si possono ricordare i lavori di Bellucci (G. Bellucci, “Il feticismo primitivo in Italia e le sue forme di adattamento”, Perugia 1907) sul feticismo popolare in Italia in cui descrive, fra i vari amuleti, anche medaglie religiose e certe monete pontificie chiamate dello Spirito Santo, di Stückelberg (E. A. Stückelberg, “L’anima religiosa della guerra”, Milano 1935) sulle medaglie lombarde, di Forgeais (A. Forgeais, “Collections des plombs historiés trouvés dans la Seine”, Paris 1862-1866) sulle numerose medaglie-distintivo fuse in piombo o stagno entro stampi di fine ardesia, dei pellegrinaggi dei secoli XIV-XVI, che sono state ripescate nella Senna, di Grimaldi (F. Grimaldi, “Mostra di medaglie lauretane”, Loreto 1977) sulle medaglie lauretane.

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Figura 1 | L’Immacolata e san Luigi Gonzaga; medaglia bimetallica (diametro 25 mm), 1854. Coniata a nome di Pio IX (1846-1878) per la proclamazione del dogma di fede dell’Immacolata Concezione, 8 dicembre 1854


L’origine delle medaglie votive può essere fatta risalire all’antichità classica, probabilmente è un uso che deriva dalle pratiche pagane di portare al collo amuleti o pendagli, come quei dischetti in bronzo che si potevano reperire presso i santuari pagani ed ai quali era attribuito il potere di tenere lontani gli influssi malefici; fra i più celebri quelli di Efeso che riproducevano il cervo della dea Artemide. Immagini sacre destinate al popolo sono state realizzate fin dagli inizi del cristianesimo come, ad esempio, medaglioni in vetro con montatura metallica, coppe vitree decorate, tondelli di devozione in uso in epoca costantiniana, con soggetti come la croce, la colomba, il pesce, l’ancora, il monogramma di Cristo.

Un uso secondario dei fondi decorati delle coppe in vetro era come segnacoli funerari delle catacombe, consuetudine molto diffusa fra la fine del III e il IV secolo; uno dei temi più frequentemente riprodotto riguardava i ritratti affrontati di Pietro e Paolo. Si trattava di veri amuleti cristiani perché l’immagine, nei primi secoli, aveva soprattutto lo scopo di prevenire ed allontanare i mali. Nel Medioevo i piombi istoriati, distintivi di corporazioni o di pellegrinaggi, che recavano l’immagine di qualche santo erano utilizzati con fini analoghi. Questi piombi, dal XII al XV secolo, furono molto impiegati in Francia. A partire dal XV secolo le immagini iniziarono ad essere incise e prodotte a cura dei Monasteri, soprattutto dei Gesuiti, mentre la produzione in serie, con la tecnica della coniazione a martello, nacque probabilmente in Italia verso la metà del XVI secolo (M. De Ruitz, “Pietatis causa. Guida alla conoscenza della medaglstica di devozione”, Vicenza 2008).

2Figura 2 | Scala Santa e Cristo in croce; medaglia ovale in argento (38×23 mm), 1675, manifattura romana. Coniata per il Giubileo indetto nel 1675 da Clemente X (1670-1676)