SPECIALE GIORNATA DELLA MEMORIA: TEREZIN E LA NUMISMATICA DELLA SHOAH

La piccola città–fortezza della Boemia sale alla ribalta internazionale all’inizio del 1943, pochi mesi dopo che, finalmente, la comunità internazionale e i governi alleati si sono decisi a prendere atto dell’ormai evidente e tragica realtà dello sterminio degli ebrei.

Fino alla fine del 1942, infatti, è opinione comune che le accuse di genocidio mosse da più parti – fuoriusciti, dissidenti e intellettuali – contro la Germania di Hitler siano da prendere con le molle. Passa ancora l’opinione che gli ebrei tedeschi siano stati solo radunati in quartieri e strutture loro dedicate ed impiegati nello sforzo bellico – non senza una certa durezza – ma che, comunque, non corrano pericoli reali.

005In realtà, i massacri sono iniziati già da tempo e, quando la Croce Rossa Internazionale decide finalmente di attuare un sopralluogo, i nazisti hanno tutto il tempo di mettere in piedi una perfetta messinscena, in grado di ingannare chiunque. Il “lager modello” di Terezin viene tirato a lucido, vengono create dal nulla una piazza, una biblioteca, la banca e l’asilo nido. Le SS selezionano i prigionieri da mostrare al mondo, li ripuliscono e, naturalmente, non mancano di indottrinarli – anche sotto la minaccia di torture – su cosa dire, e soprattutto su cosa non dire, alla delegazione internazionale.

Quella che Domenico Vecchioni, nel libro “Spie della seconda guerra mondiale”, ha definito con grande efficacia la “Disneyland del terrore”  prende così vita, giorno dopo giorno, tragica farsa immortalata addirittura in un film di propaganda dal titolo “Hitler regala agli ebrei una città”.Quando, nel giugno 1944, il campo viene ispezionato, gli inviati della Croce Rossa ricevono infatti un’accoglienza a base di concerti, partite di calcio e distribuzioni di cibo ai prigionieri, grottesche figure all’apparenza libere ma che interpretano soltanto, con assoluta provvisorietà, i gesti di una vita normale.