DOSSIER SPECIALE: C’ERA UNA VOLTA IL TESORETTO DI LAVELLO

Al D/ nel giro legenda in cufico con data e zecca e nel campo su tre righe “al-mu’tazz bi-llah / al-malik Rujar / al-mu’azzam” cioè “Forte per grazia di Dio / re (o signore) Ruggero / il grande”. Al R/ nel giro legenda in cufico con data e zecca e nel campo una croce greca e nei quarti IC XC (sormontate da trattino) NI KA. Le zecche di emissione furono sicuramente Palermo e Messina. Di questa tipologia esistono numerose varianti in base alla disposizione di globetti o stelle che sormontano la legenda del dritto e affiancano i bracci della croce del rovescio.

N. 11 tarì coniati nel periodo federiciano 1197-1220 con legenda FRI nel campo del dritto (fig. 5 e 6). Riferimento MEC 14 p. 158 n. 1-6 e AD’A pp. 36-37 n. 59-64. Tipologia 5 di Lacava così descritta “Nel ritto FRI nel centro, con legenda araba all’intorno. Nel rovescio croce latina molto allungata con le sigle IESOVS CRISTOS NICA in caratteri gotici. Di questo tipo vi sono monete di diversa dimensione e peso. Da grammi 3 centigrammi 70 a 40 centigrammi, da mm 12 a 6”.

005006Fig. 5 (da Artemide Aste asta n. XXXV del 22 aprile 2012, lotto 465) e fig. 6 (da Artemide Aste asta n. XXXIV del 10 dicembre 2011, lotto 222)


Al D/ nel giro interno in cufico Enrico Cesare Augusto ed in quello esterno, sempre in cufico e spesso illeggibile, la data e “Siqilliyya” (Sicilia), nel campo le lettere FE o FR o FC (per Federicus o Friderikus) entro un contorno liscio. Al R/ lunga croce patriarcale con due segmenti ai lati dell’asta orizzontale e IC XC / NI KA.

Queste tipologie di tarì vennero coniate probabilmente a Messina tra il 1197 ed il 1205 cioè durante la minorità di Federico ed infatti compare ancora il nome del padre (vivo nel 1197) nella legenda del dritto. Alcune ipotesi vennero avanzate sulle tipologie con FC attribuendo tali tarì ad Enrico, Costanza e Federico e dunque al solo anno 1197 ma queste tesi vennero rigettate non potendo dividere le due lettere (Federico e Costanza) che invece farebbero parte del solo nome di Federico. Il Lacava però indica questi 11 pezzi con legenda FRI, variante che non risulta nei testi consultati né sui siti telematici che si occupano di monetazione federiciana. Sembra improbabile che il Lacava si sia sbagliato su tutti ed 11 i pezzi e proprio per l’elevato numero di tarì è possibile che non sia una variante del tutto sconosciuta o coniata in rari esemplari.