DOSSIER SPECIALE: CAFFA TRA MONETE GENOVESI E DUCATI DI IMITAZIONE VENEZIANA

A questi tre esemplari se ne deve aggiungere un altro, messo in asta molti anni prima (nel 1980) da Auctiones A.G. Basel (asta n. 11, lotto n. 755) ed erroneamente attribuito alla zecca di Pera; sui motivi della sua errata attribuzione ne parleremo più dettagliatamente in seguito. Successivamente, com’era prevedibile, comparvero altri due ducati: il primo venduto da Gorny & Mosch nel 2003 (asta n. 123, lotto n. 3539), rivenduto nel 2007 dall’asta Varesi (asta n. 49, lotto n. 1123) e da entrambe le aste attribuito alla zecca di Chio; il secondo venne esitato da Künker (asta n. 216, lotto n. 1537) nell’Ottobre 2012 ed ancora una volta attribuito a Chio. Proponiamo il confronto tra il ducato pubblicato dall’asta Finarte 786 e quello dell’asta Varesi 60.

sost (3)

Dal loro confronto si evidenziano alcuni importantissimi “difetti” che le due monete hanno in comune: (1) la mancanza della perlinatura sui bordi esterni delle monete; (2) la stessa schiacciatura e la conseguente mancanza di perlinatura della mandorla sulla destra del Cristo; (3) l’ammaccatura della parte più bassa dell’asta della bandiera. Non mancano altri evidenti difetti in comune, ma ci pare che quelli elencati siano più che sufficienti a dimostrare che i due ducati siano la stessa moneta. Così, finalmente, abbiamo avuto anche la risposta al quesito che da tempo ci eravamo posti: ma quel ducato, uno dei più belli conosciuti e pubblicato nell’asta Finarte 786 dal compianto Marco Olivari, dove era andato a finire?