DOSSIER SPECIALE: LE MONETE CHE FINANZIARONO CRISTOFORO COLOMBO | 2

Quali sono le monete che vengono battute allora in Spagna e con cui viene in concreto finanziata la spedizione di Colombo? I maravedì o marabotini sono monete di conto, mutuate dai sultani Almoravidi d’Africa, con cui la penisola iberica e in particolare le provincie della Castiglia, dalla conquista dei Mori nell’VIII secolo, sono rimaste sempre in stretto rapporto, anche nel campo monetario. Si discute ancora oggi se si tratti delle stesse monete odi due monete di diverso valore, anche se la prima tesi sembra suffragata da numerose prove. Incerta l’etimologia: chi fa derivare il nome, con una chiara corruzione di quello degli oppressori, dalla voce araba “al morabeth” (Almoraveda), chi indica le origini nella Mauritania: il Bovard afferma che fu la prima moneta dei Mauri spagnoli e che il nome deriva da “Mairanorum spolia”, essendo detti i Mairanos “Mauri di Spagna”. Con maravedi o marabotini e con mancusi (anche questa parola è di origine incerta: forse significa “calante di peso”) è chiamato in Spagna e in Occidente il dinar d’oro arabo, di chiara derivazione, questa volta, dal latino “denarius”.003

Al dinar (quelli doppi degli Almohadi sono tra le monete più perfette del mondo islamico) si richiamano le prime monete d’oro battute, sullo stesso piede del dinar (cioè allo stesso peso e bontà), nel Portogallo e nella Spagna, liberatesi dai Mori. A re Sancho I del Portogallo (1185-1211) si deve una bella moneta d’oro che continua a chiamarsi morabitino: al dritto il re appare armato e in sella ad un focoso destriero mentre al rovescio c’è una croce con agli angoli una stella. La coniazione dei morabitini continua sotto Alfonso II, Sancho II e Alfonso III fino al 1279. In Spagna è Berenguer Ramon I conte di Barcellona (1018-1035) a battere il Mancuso, imitato dal dinar del re mauro di Malaga, Yhia. Seguono i maravedi del Regno di Leon battuti sotto Ferdinando II (1157-1188) e sotto Alfonso IX (1188-1230), detti questi ultimi anche alfonsini. Al dritto il re è raffigurato coronato, con la spada in mano; al rovescio un leone. Le legende sono in caratteri latini. Ma i maravedi del Regno di Castiglia battuti da Alfonso VIII (1158-1214) a Toledo hanno le legende arabe e recano il titolo di “Emiro dei cattolici” al dritto; al rovescio, quasi a titolo di compenso, c’è un versetto del Vangelo. La data è quella dell’era di As-Safax, l’era spagnola che parte dal 38 a.C. Quando a Burges Giovanni II (1406-1454) batte la sua apprezzata “dobla de la banda” non fa altro che mutuarla dalla “dobla grenadina” o “moreséa” (3,70 grammi d’oro, pari a 335 maravedi).