UNA VITA, UNA COLLEZIONE, UN LIBRO: ALFIO RINALDI E “CONIO D’UVA”

È in questo contesto che Alfio Rinaldi, mercante di monete ma, a propria volta appassionato collezionista, ha, negli anni, creato una raccolta di nummi antichi che hanno per oggetto proprio l’uva, la vite e il vino. Coniazioni legate principalmente al mondo greco, Magna Grecia, dalla Sicilia, dalla Grecia continentale e dalle sue isole, ma senza escludere alcuni esemplari, in argento e bronzo, della Repubblica e dell’Impero romano […]”. Il catalogo si apre con un breve saggio nel quale si delinea, innanzi tutto, il ruolo del vino nell’età antica: “La coltura della vite e la produzione del vino hanno origini antichissime. Si tramanda che sin dai tempi più lontani, gli uomini conoscessero la vite dai cui grappoli, abilmente spremuti, ricavavano un succo gustoso che, dopo una misteriosa e particolare fermentazione, si trasformava in una bevanda inebriante.004

È provato che già più di seimila anni fa i Sumeri, popolazione della zona asiatica compresa fra i fiumi Tigri ed Eufrate, conoscessero il vino e le sue proprietà; alcuni bassorilievi assiri poi, raffigurano scene di banchetti e ritraggono schiavi che attingono vino da ampi crateri. Anche agli Ebrei era particolarmente cara questa bevanda […]. I Greci ritenevano, invece, il vino un dono degli dei ed attribuivano a Dioniso, il più giovane figlio immortale di Zeus, l’introduzione della coltura della vite nel mondo umano. […] dobbiamo però ricordare che il vino utilizzato nell’antichità era molto diverso da quello che noi oggi conosciamo. Difficilmente veniva bevuto puro, a causa della elevatissima gradazione, era diluito con acqua, a volte anche salata. Spesso miscelato con ingredienti particolari come il timo, la menta, la cannella, i petali di rosa e altro ancora.005

Per i Romani Dioniso diventa Bacco ma la fortuna del vino non viene meno. Essi conoscono quattro qualità di vino: ‘albus’(bianco), ‘fulvus’(biondo), ‘sanguineus’(rosso) e ‘niger’(nero) ma la qualità e le varietà dei vini sono assai ampie e diversificate. Lo storico romano Plinio (I secolo d.C.), sommelier ‘ante litteram’, classificò ben centonovantacinque tipi differenti di vino, elencandone le rispettive caratteristiche e posizionando in testa alle sue preferenze il Falerno rosso.006