Un cavallo mai visto quello di Ferdinando II

Scoperta una variante finora inedita del cavallo di Ferdinando II d’Aragona.

Di Santone Realino. Su consiglio del duca d’Ascoli Orso Orsini, nel 1472 Ferdinando I d’Aragona ordinò l’introduzione nel Regno di Napoli di una nuova moneta in rame puro per sostituire tornesi e denari in mistura, sempre più poveri o totalmente privi di argento.

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In una lettera indirizzata agli ufficiali della regia camera se ne stabiliva il dritto, «con la immagine de la Maestà Sua e con lo reverso de qualche digna cosa». Come soggetto del rovescio venne quindi scelta l’immagine di un cavallo al passo verso destra, circondato dalla legenda equitas regni (‘giustizia del regno’), proposta dal conte di Maddaloni, Diomede Carafa. L’iconografia faceva leva sul gioco di parole fra cavallo (equus) e giustizia (equitas) del sovrano.

La moneta venne quindi chiamata cavallo dall’impronta del suo rovescio. Fu coniata per la prima volta il 18 aprile 1472; la produzione di questa tipologia avvenne nelle zecche di Amatrice, Brindisi, Capua, L’Aquila, Napoli e Sulmona. Del cavallo furono coniati anche multipli, la cui rarità aumenta con il peso.
La moneta continuò a circolare anche con i successori di Ferdinando I, fino a Ferdinando III, in carica per un brevissimo periodo, fra il 1495 e il 1496. Era salito al trono grazie all’abdicazione del padre Alfonso II per l’arrivo dell’esercito francese guidato da Carlo VIII , che mirava alla riconquista del regno di Napoli, cosa che accadde con l’entrata nella capitale  il 22 febbraio 1495. Ferdinando II si rifugiò nel castello di Ischia e in seguito si trasferì a Messina, dal cugino Ferdinando il Cattolico, re di Spagna e Sicilia. Con la battaglia di Seminara 28 giugno 1495 che arrise ai francesi, “Ferrandino” – come era chiamato – raggiunse Napoli il 6 luglio 1495 via mare e riprese il controllo del regno anche grazie all’aiuto della popolazione a lui favorevole. La sua morte, il  7 settembre 1496, lasciò la successione priva di eredi diretti e il regno passò sotto il controllo dello zio Federico III, ultimo regnante della casata aragonese. Federico III, che divenne re di Napoli come Federico I, nel 1498 vietò la coniazione e la circolazione dei cavalli, rimpiazzandoli con il sestino.

La variante

moneta ferdinando II cavallo varietà

La variante del cavallo di Ferdinando II, con la legenda sbagliata.

Come già in passato, spesso lo studio di questi esemplari fa emergere nuove varianti. Una, ritrovata recentemente, è inedita: si  tratta di un cavallo della zecca di Napoli, ribattuto su un precedente cavallo francese di re Carlo VIII, usando i vecchi coni degli esemplari prodotti sotto Ferdinando I. La particolarità di questo esemplare è quella di avere la legenda errata reni al posto di regni. Inoltre la rappresentazione del cavallo prosegue sotto la linea di esergo.
È assente dalla bibliografia a conoscenza dell’autore.