Quanta Hilaritas per Marco Aurelio e Faustina

La dea della gioia sulla moneta aurea coniata da Antonino Pio per Marco Aurelio sembra un richiamo al clima festoso per il matrimonio del futuro imperatore avvenuto durante le feste religiose delle Hilaria.

Di Carlo Barzan. Marco Aurelio, nato nel 121 d.C. da una famiglia romana di antichissime origini, all’inizio della primavera del 145 d.C sposò Faustina minore, figlia dell’imperatore Antonino Pio. Ma le nozze erano già programmate dal 138 d.C. quando Faustina aveva solo nove anni. In quell’anno Marco Aurelio fu adottato da Antonino Pio che gli conferì il titolo di Cesare, designandolo alla sua successione e rafforzando la designazione con la promessa di concedergli in sposa la sua unica figlia. Proprio sotto Antonino Pio la zecca di Roma coniò un aureo che presenta numerose caratteristiche interessanti. Con molta probabilità la moneta fu coniata per celebrare l’evento nuziale, destinato a rafforzare ulteriormente l’unità famigliare al vertice dell’impero.

La moneta

L’effigie del futuro imperatore, che emerge in rilievo in questo dritto, si caratterizza per la folta capigliatura ricciuta, per un velo di barba accompagnato da baffi appena accennati e per un lieve drappeggio che si scorge sulla destra e sulla sinistra dietro il collo.

Il volto di Marco Aurelio con sembianze ancora molto giovanili domina il campo di questo diritto. La scelta stilistica di fornire un ritratto forse non del tutto aderente al vero fu probabilmente dovuta alla necessità di esaltare la giovinezza del soggetto per rafforzarne la posizione come futuro sovrano. Nella legenda Marco Aurelio è qualificato come “Cesare figlio dell’Augusto Pio”, una sorta di “principe ereditario”. Infatti, secondo una consuetudine inaugurata da Claudio con Nerone, il privilegio di essere effigiato sulle monete veniva esteso anche all’erede designato. Questo espediente consentiva fra l’altro di preannunciare la successione fra l’imperatore e il figlio naturale o adottivo, prevenendo allo stesso tempo le eventuali brame di potere di altri pretendenti. Nella legenda è citata anche una carica, il consolato, al quale Marco Aurelio era stato nominato per la seconda volta nel 145 d.C., come riferiscono le fonti storiche.
Ancor più interessante il rovescio: una figura femminile stante di fronte con la testa rivolta a sinistra occupa il centro della moneta con un lungo ramo di palma che appoggia a terra con la mano destra e una cornucopia con la sinistra. È la personificazione della Hilaritas latina, come dichiara la legenda di una sola parola, che costituisce la didascalia della raffigurazione.

La personificazione della “Hilaritas” latina è raffigurata sul rovescio mentre regge un lungo ramo di palma che appoggia a terra con la mano destra e una cornucopia con la sinistra.

L’Hilaritas

Il concetto di Hilaritas in latino è molto più ampio di quello rappresentato dalla parola italiana ilarità e rappresenta uno stato d’animo di gioia, giubilo, contentezza o momentanea esultanza. Sulle monete la Hilaritas è sempre personificata da una matrona, a volte accompagnata da uno o più fanciulli, che tiene quasi sempre un ramo di palma con una mano e una cornucopia con l’altra, come si vede su questo rovescio; in alcuni casi al posto della cornucopia si trova un ramo di alloro o una corona.
Le Hilaria erano feste religiose che si celebravano il 25 marzo, giorno della Hilaritas compreso nell’ambito dei festeggiamenti dedicati alla dea Cibele, una divinità di origine frigia protettrice della natura, degli animali e in generale dell’ambiente selvatico e naturale. Il culto di Cibele, importato a Roma nel 204 a.C. e ufficializzato dall’imperatore Claudio, iniziava il 22 marzo, giorno successivo all’equinozio di primavera e terminava il 27 dello stesso mese con una solenne processione dedicata alla statua della dea.
I festeggiamenti celebravano il lento ma graduale svanire dell’oscurità dell’inverno e l’avanzare di una stagione più gioiosa e luminosa; in particolare il 25 marzo, giorno della Hilaritas, si celebrava l’amore fra Cibele e Attis, simbolo di resurrezione e di gioia. In questo giorno era permesso dare vita a qualsiasi forma di scherzo o gioco, con la predilezione per il mascheramento, coinvolgendo in scherzi irriverenti anche magistrati e titolari di importanti cariche pubbliche, tanto che da questa antica festività romana deriva secondo alcuni l’attuale “pesce d’aprile”.
Non è da escludere che le nozze fra Marco Aurelio e Faustina junior siano state celebrate nel quadro dei festeggiamenti della dea Cibele svoltisi, come tutti gli anni, all’inizio della primavera del 145 d.C. e forse proprio il 25 marzo, giorno della Hilaritas e quindi un giorno molto appropriato per la celebrazione di un matrimonio.
Si tratta solo di congetture, tuttavia sufficientemente fondate per spiegare l’emissione di questo aureo, che sarebbe quindi celebrativo del matrimonio e del clima di Hilaritas nel quale era stato celebrato e che aveva contribuito ad alimentare.