DOSSIER SPECIALE: LE MONETE CHE FINANZIARONO CRISTOFORO COLOMBO | 1

Perfino sulle monete e sulla cartamoneta (almeno quelle italiane) Colombo è un rompicapo. Nel 1957 le tre caravelle di Colombo navigano nell’argento delle 500 lire prova della Repubblica, facendo felici quanti ne entrano in possesso grazie a quelle strane bandierine controvento che sventolano a sinistra. Errore o il classico “uovo di Colombo”, dato che si tratterebbe di un modo del tutto particolare di navigare, detto “a bulina”, adottato da Colombo proprio mentre va incontro al Nuovo Mondo?

Comunque, sulle monete battute dal 1958 al 2001 le bandierine voltano direzione e sventolano a destra. Il grande navigatore, che è già apparso ma solo in filigrana sulle 1000 Lire Capranesi del 1930, esplode sui biglietti da 5000 lire del 1965: un volto severo che fa a pugni con quello immortalato sui biglietti della Banca Nazionale del Regno del 1872-1873. Ma ad accompagnarlo c’è solo una caravella. E le altre due? Il biglietto viene rifatto e arricchito nel 1972: questa volta vengono ripescate le due caravelle perdute. Ma vele e bandiere appaiono di nuovo sbagliate. “E’ da credere – scrive il Corriere della Sera il 3 dicembre 1972 – che se gli equipaggi gli avessero arruffato le vele come sul biglietto, il pasticcio avrebbe dato nell’occhio anche a Colombo, che badava a ben altro” . Colombo – a parte la verità incontrovertibile di essere stato un grande navigatore e di avere scoperto il Nuovo Mondo all’alba del 12 ottobre 1492 – resta un mistero. Affascinante, dalle tinte romanzesche.004

Anche sui suoi finanziatori i pareri sono discordi. Fu la regina Isabella il suo più grande sponsor o il genovese Innocenzo VIII, “il papa tradito”, come sostiene il giornalista Ruggero Marino? Una “verità insabbiata da 500 anni”, afferma l’autore, peraltro smentito da tutti gli storici più autorevoli, a cominciare da Paolo Emilio Taviani che su Colombo e la sua scoperta ha scritto testi fondamentali. Oppure gli sponsor vanno cercati tra i mercanti genovesi, capeggiati da Francesco Pinelli, e i banchieri fiorentini, attratti dal miraggio dei grossi guadagni che l’impresa avrebbe potuto fruttare? Genova nella seconda metà del XV secolo vanta una netta supremazia bancaria; i suoi commercianti e banchieri sono attivi in tutte le città della Spagna e del Portogallo. La Superba si trova in possesso delle principali tecniche finanziarie e degli strumenti più avanzati del commercio come le lettere di credito e il “moltiplico”, cioè l’interesse composto, una vera e propria scoperta genovese. Non per niente a Siviglia Colombo fa capo alla Calle de Genova, in un “barrio” tradizionalmente genovese e in precedenza anche a forte presenza ebraica.