CARLO VI D’ASBURGO E LE MONETE
“PROPAGO IMPERII” DEL 1716

(di Pietro Magliocca) | Nella Napoli vicereale fu consuetudine, quando si celebravano vittorie con l’ingresso nella città dei sovrani (cavalcate) ed eventi, battere monete commemorative. Quelle che esamineremo in questo breve scritto sono la serie divisionale da venti e dieci grana in argento (tarì e carlino) coniate nella zecca di Napoli sotto la sovranità di Carlo VI d’Asburgo (1707-1734). 

Il tarì ha le seguenti caratteristiche: D/ .CAROL. ET . E LISAB. IMPP.; busti accollati e volti verso destra di Carlo IV laureato ed Elisabetta; nel braccio del primo .IM. sotto .G B.A. R/ .PROPAGO. IMPERII; Bellona in piedi di fronte e sopra un trofeo d’armi e bandiere, con una lancia nella mano destra e un bambino sul braccio sinistro; sotto 17 | 16. La moneta è classificata CNI n. 16, PR n. 17, Bovi n. 13; grado di rarità NC. Ag, g 4,37-4,38, mm 25; IM nel taglio del braccio, •GB•A• sotto il busto. Esiste una variante con la sigla •G•B•A• (CNI n. 15); grado di rarità R. Il taglio della moneta è liscio.

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Il tarì napoletano del 1716 tipo PROPAGO IMPERII (source: author)


Il carlino ha le seguenti caratteristiche: D/ CAROL. ET . E LISAB. IMPP.; busti accollati e volti verso destra di Carlo IV laureato ed Elisabetta; nel braccio del primo .IM. sotto .G B. A. R/ PROPAGO. IMPERII; Bellona in piedi di fronte e sopra un trofeo d’armi e bandiere, con una lancia nella mano destra e un bambino sul braccio sinistro; sotto 17 | 16. La moneta è classificata CNI n. 17, PR n. 20; grado di rarità R. Ag, g 2,12-2,19, mm 20-21; IM nel taglio del braccio, •GB• A• sotto il busto. Esiste una variante con la sigla GB•A• (CNI n. 18); grado di rarità R. Esiste un’altra variante con la B retrograda nella sigla •G•B•A• (Bovi n. 15); grado di rarità R2. Il taglio della moneta è liscio.

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Il carlino celebrativo emesso assieme al tarì (source: author)


In occasione della nascita del principe Leopoldo Giovanni d’Asburgo, unico maschio nato a Vienna il 13 aprile 1716 dal matrimonio con Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbuettel, venne emanato un dispaccio reale dal quale si apprende che queste monete dovevano essere emesse per “[…] la funzion de la cavalcata para el felix parto de la Imperatrix nostra Senora hechandose por las calles nueba moneda de plata y deviendose por dicho efecto hazer quatro mil ducados de moneda de carlines, y tarines con el impronto de una parte de ambas magestades y azerca in scripsion Carolus et Elisabet Imp. Y de la otra la Bellona fecunda y in inscripsion Propago Impeij […]”. Da un altro documento della zecca (Archivio di Stato di Napoli, “Dipendenze della Sommaria”, fasc. 13) si acquisisce che furono battuti ducati quattromila di queste monete delle quali ducati 3970 gettati al popolo in occasione della solita cavalcata e ducati trenta inviati a Vienna e che furono spesi 34 ducati per l’acquisto di sei borse di damasco con lacci di seta, galloni e fiocchi d’argento, le quali dovevano contenere le monete usate per la cavalcata.

I due nominali argentei si presentano quasi identici, se non per il diametro ed il peso, oltre a minuscoli dettagli nelle effigi. Al dritto, sotto i busti accollati di Carlo VI d’Asburgo e della sua consorte Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbuettel si leggono le iniziali del reggente della zecca, Giuseppe Basile (G. B.), a seguire, l’iniziale A. del maestro di prova, il veterano Antonio Ariani; nel taglio della spalla, è possibile vedere la caratteristica sigla (IM in monogramma) dell’aiutante incisore dei conii Giovanni di Montemein, al pari di Ariani un’istituzione dei tempi “gloriosi” di Don Gasparo de Haro. Ma è il rovescio ad attrarre invariabilmente tutta l’attenzione; sotto il motto PROPAGO IMPERII e sulla data posta in basso ai lati (17 | 16) osserviamo una figura muliebre (Bellona), munita di corazza, lancia ed elmo piumato, che sostiene un bambino ignudo su due cannoni decussati, da cui si irradia un ventaglio di armi e stendardi, un cumulo di trofei bellici.

Le due monete, oltre ad evidenziare variazioni ponderali, presentano alcuni differenti dettagli; mettendoli a confronto (dettagli del tarì a sinistra, dettagli del carlino a destra) e prendendo a riferimento il carlino per la comparazione si evince: le lance del trofeo d’armi a destra di Bellona sono più allungate (a); Bellona impugna la lancia appena sotto la punta (b); dal cumulo d’armi manca un’alabarda sulla sinistra (c); il vestito di Bellona è privo della gemma di chiusura (d); all’intersezione delle bocche di cannone manca l’oggetto cilindrico con le fasce incrociate ad x che potrebbe essere un tamburo da parata militare (e).

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Dettagli del tarì (a sinistra) e del carlino (a destra) a confronto (source: author)


Altre due monete vennero predisposte, ma mai battute, per ulteriori eventi: nel 1718 la coppia reale aspettava un loro terzo figlio, morto prematuramente Leopoldo, ed avendo come secondogenito una femmina, Maria Teresa; nella città di Napoli si doveva ostentare prova di entusiasmo per il fausto evento e venne ordinata da Vienna una cavalcata per festeggiare l’avvenimento e si dispose di produrre ducati quattromila di moneta da gettarsi al popolo e di tenere pronto l’argento occorrente incaricando la Regia Camera della Sommaria di dare le provvidenze spettanti affinché fosse pronto e disposto alla manipolazione di detta moneta, poiché in caso non si rendesse indispensabile, resterà a beneficio della Regia Corte; infatti non fu necessario battere questa moneta (di cui non si conosce il tipo) né fu fatta la cavalcata perché il 14 settembre del 1718 nacque una femmina, la principessa Maria Anna. Nel 1724 dai sovrani si aspettava la venuta al mondo di un altro bambino e da Vienna si predispose, come nel caso precedente, che si dovevano battersi monete per la consueta cavalcata in caso fosse nato un figlio maschio; ma, anche questa volta, l’aspettativa imperiale fu delusa in quanto il 5 aprile dell’anno 1725 nacque un’altra principessa alla quale venne dato il nome di Maria Amalia Carolina.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

  • AA.VV., “Corpus Nummorum Italicorum. Volume XX. Italia Meridionale Continentale”, Roma 1943.
  • Bovi G., “BCNN del gennaio-dicembre 1955”, “Le monete Napoletane di Filippo V e di Carlo VI illustrate da documenti inediti”, Napoli 1955.
  • Cagiati M., “Le monete del Reame delle Due Sicilie”, Napoli 1911-1912.
  • De Sopo G., “Le monete di Napoli. L’evoluzione della tecnica monetaria e le varianti della zecca napoletana dal 1516 al 1859”, Napoli 1971.
  • Magliocca P., “Maestri di Zecca, di Prova ed Incisori della Zecca Napoletana dal 1278 al 1734”, Formia 2013.
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  • Prota C., “Maestri ed incisori della zecca Napoletana”, Napoli 1914.
  • www.lamoneta.it – forum di numismatica.
  • www.tuttonumismatica.com – forum di numismatica.