APPROFONDIMENTO: L’ORDINE DEI VITÉZ, STORIA E ATTUALITA’

L’accezione contemporanea è quella di tradurre l’Ordine dei Vitéz come Ordine degli eroi di Ungheria. La sua particolarità è quella di ispirarsi alle più antiche concezioni legate alla creazione del cavaliere, che aveva un effetto nobilitante per l’investito e poteva essere a carattere ereditario con la concessione di un possesso terriero. La concessione del titolo di vitéz aveva proprio una caratteristica di ereditarietà tanto che esso poteva passare al primo figlio maschio all’età di 17 anni, inoltre si rifaceva ad una concezione feudale in quanto l’insignito riceveva una concessione di circa 10 ettari di terra (tra i vitéz contemporanei è caduto l’uso dell’ereditarietà e della concessione terriera). Molti storici e studiosi hanno voluto interpretare questo legame del titolo con l’ottenimento di una proprietà terriera vedendovi una specie di riforma agraria con la concessione di terre da parte dei grandi latifondisti che detenevano la maggioranza del patrimonio agrario ungherese. Tale visione è rafforzata dalla natura sostanzialmente “democratica” dell’Ordine, non soltanto per il fatto che esso aveva un’unica classe, ma perché poteva essere concesso ad ogni cittadino che si fosse distinto specialmente durante la I Guerra Mondiale, indipendentemente dallo status sociale di provenienza. E poiché le terre concesse agli insigniti provenivano dai grandi latifondi aristocratici, si poteva individuare un principio di ridistribuzione del patrimonio terriero nazionale.

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Anello appartenuto ad un membro dell’Ordine (source: web)

Inoltre, per quel disegno di mantenere in vita l’orgoglio ungherese ed un’energia condivisa nel segno di una nazione sconfitta, ma non distrutta, veniva a crearsi una classe sociale, che potremmo definire una “élite di eroi”, ereditaria e fortemente legata alla nazione ungherese e alle sue autorità. Di fatto pur essendo stata abolita la monarchia asburgica ed essendo stato costretto il reggente Horthy a reprimere due tentativi da parte dell’ultimo imperatore Carlo d’Asburgo di ripristinare il potere della sua casata sull’Ungheria (ciò per la ricordata ostilità delle nazioni confinanti, appoggiate dall’Inghilterra, che avrebbero distrutto la già duramente prostrata nazione ungherese), l’Ordine dei Vitéz si ricollegava naturalmente agli Asburgo-Lorena. Infatti i requisiti per ottenere il titolo risiedevano nell’avere ottenuto medaglie al valore concesse dall’Impero Asburgico, in relazione ad avvenimenti legati alla Grande Guerra. E tali requisiti restarono in vigore per molto tempo fino a quando le concessioni seguivano l’aver ottenuto medaglie al valore durante la II Guerra Mondiale.

Per la particolarità di questa distinzione onorifica tanto originale, il reggente Horthty assunse il titolo di capitano generale e non di gran maestro, che sarebbe stato consono ad un sovrano. Nel 1944 Horthy venne arrestato dai tedeschi e liberato nel 1945 si recò in esilio in Portogallo. Nonostante le varie vicissitudini che portarono l’Ungheria da una singolare monarchia costituzionale ad una repubblica democratica e quindi ad uno stato socialista sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, con la conseguente soppressione di tutti gli ordini e benemerenze non comuniste, pur dal suo esilio in Portogallo, egli non mancò di adoperarsi per mantenere in vita l’Ordine dei Vitéz sino alla sua morte, avvenuta nel 1957.