LE GUERRE CANTABRICHE E LA MONETA DELLA “CAETRA”

Per quanto riguarda l’asse sono stati identificati due principali tipi stilistici per il dritto, dove la testa di Augusto viene raffigurata in un “buono stile”, oppure uno stile “tosco”. Vista la legenda della moneta, la coniazione sarebbe avvenuta dopo il 27 a.C., data in cui Ottaviano ricevette il titolo di Augusto, fino al 23 a.C., quando invece ricevette la potestà tribunicia. In realtà, quello della potestà tribunicia era un titolo civile che sarebbe potuto apparire superfluo su una emissione imperiale, ma a carattere militare. Di certo gli avvenimenti storici e bellici di quegli anni sembrano datare con una certa sicurezza la produzione di queste monete, almeno inizialmente, verso il 26-27 a.C., epoca in cui le regioni nord-occidentali della penisola, dove erano di stanza le legioni, erano praticamente prive di moneta.

Secondo alcuni autori, i ritrovamenti archeologici più recenti sembrano posticipare il periodo di produzione di questa moneta a circa 10-15 anni più tardi, cioè verso il 15-10 a.C., anche considerando il fatto che la produzione di tale nominale risulterebbe difficile per una zecca itinerante , durante una campagna militare, quando poi il tipo di raffigurazione fa piuttosto riferimento alla rievocazione di un trionfo militare sulle armi nemiche. C’è poi da considerare l’esistenza di monete di imitazione di epoca Claudia, segno che la produzione di questo tipo andò forse oltre il periodo iniziale.

La problematica principale che riguarda questa emissione è in relazione al luogo di emissione, che fino a non molto tempo fa è stato identificato con uno dei seguenti centri abitati: Lugus, Bracara, o Asturica. I recenti ritrovamenti di diverse monete di questo tipo proprio negli scavi archeologici di Lucus sembravano confermare come luogo di emissione proprio la città di Lucus Augusti, mentre le caratteristiche stilistiche del diritto sono state messe in relazione con le emissioni di Carisio quale “Legatus Augusti Pro Praetore”, ovvero governatore della Lusitania, emesse in occasione della fondazione della città di Emerita Augusta nel 25 a.C.

I denari emessi ad Emerita dopo le guerre cantabriche raffigurano sul rovescio per lo più le spoglie militari cantabriche, in gran parte simili a quelle della moneta della “caetra”. Sul diritto è invece una ascia bipenne, che possiamo anche ritrovare un un divisionale augusteo di Carthago Nova, arma utilizzata nel corpo a corpo dalle popolazioni iberiche, come testimoniato anche dal racconto di Silio Italico (XVI, 44-69). Accanto a questa è un elmo in metallo con un cimero predisposto per due pennacchi. Questi cimeri erano in uso fra le popolazioni celtiberiche, come testimoniano vari storici (Diodoro V, 33, 2; V, 34, 4; Strabone III, 3, 6). Tale elmo sarebbe inoltre simile a quello raffigurato nel trofeo militare sulla corazza dell’Augusto di Prima Porta. In un altro tipo vengono anche raffigurati elmo in cui (Silio Italico XVI, 59-60) e corazza, forse di lino (di cui parla Strabone), ma con un rinforzo circolare in metallo al centro, come raffigurato in molte steli funebri e come confermato dai ritrovamenti in alcuni necropoli. Secondo Shulten nei denari di Carisio emessi ad Emerita si vollero raffigurare in un uno l’armamento cantabrico pesante con elmo, pugnale ed ascia bipenne, mentre nell’altro sarebbe presentato l’armamento leggero con caetra, lancia, giavellotto e falce. E’ nell’autunno del 25 a.C. che avvenne la fondazione di Emerita Augusta ad opera di Carisio, il quale vi stanziò i veterani e per l’occasione organizzò una festa alla quale presiedettero Tiberio e Marcello: “Dopo la conclusione di questa guerra, Augusto congedò i soldati che avevano raggiunto la maggior anzianità di servizio e concesse loro di fondare in Lusitania una città di nome Augusta Emerita, mentre per coloro che erano ancora in età per servire nell’esercito fece organizzare negli accampamenti degli spettacoli da Marcello e da Tiberio, quasi fossero gli edili in carica” (Cassio Dione 53, 26).

002P. Carisius. Denario (Ag, mm 19, g 3,81), zecca di Emerita, 25-23 a.C. Al D/ IMP CAESAR AVGVSTVS, ritratto di Augusto a destra. Al R/ P CARISIVS LEG PRO PR, trofei di guerra (source: Rauch)
003Denario di Augusto (Ag, mm 20, g 3,72 ), zecca di Emerita. T. Carisius, legatus propraetore. Coniato verso il 25-23 a.C. Al D/ testa di Augusto a destra. Al R/ armamento cantabrico pesante con elmo, pugnale ed ascia bipenne (source: Classical Numismatic Group)


Per tornare alla moneta della “caetra”, in effetti fino ad oggi molte di queste ipotesi sono state messe in dubbio: in particolare Lugus, Bracara, o Asturica non sono state da alcuni ritenute luoghi di emissione, in quanto nessuna di queste tre fino alla fine delle guerre cantabriche veniva considerata da alcuni sede di un accampamento, nè tantomeno come capitale di un eventuale “conventum”; in secondo luogo dalle fonti letterarie risulta che i Gallaeci non vennero coinvolti nella guerra, quando al contrario esistono molti ritrovamenti di questo tipo monetario proprio in Galizia; i ritrovamenti monetari di Lugo sono datati almeno 5, o 10 anni più tardi rispetto alle guerre cantabriche, mentre la città in questione non divenne accampamento romano almeno fino al 15 a.C. Posticipando, però la datazione di emissione, la localizzazione della zecca di emissione presso un centro come Lugo sarebbe più verosimile, anche sulla base del sempre maggior numero di monete che vengono ritrovate nel corso degli scavi archeologici proprio in questa città, corrispondenti soprattutto al terzo tipo Villaronga, ovvero in buono stile.

E’ proprio Colmenero a sostenere con prove archeologiche e con lavori basati su scavi più recenti l’origine del terzo tipo (R.P.C. nn. 1-3) presso Lugo, sia, come già accennato, per la grande quantità di ritrovamenti, visto che rappresentano circa il 60% delle monete rinvenute risalenti al periodo augusteo, sia per il rinvenimento di due tondelli non coniati in questa città. Lo stesso autore sostiene la presenza di un accampamento militare in questo sito già nelle fasi delle guerre Cantabriche, su cui si sarebbe poi sviluppata la città di Lucus

Ritrovamenti di questo tipo monetario sono stati effettuati anche in regioni diverse dalla Galizia, o del teatro della guerra cantabrica, come per la cordigliera cantabrica, dove vengono ritrovate in maggioranza nominali del terzo tipo Villaronga. Sembra perciò probabile come zecca del tipo di “buono stile” quella di Lucus, mentre per il tipo “tosco” la zecca di origine è incerta, anche sulla base dei ritrovamenti di numerose monete nell’accampamento della IV legio presso Herrera de Pisergua, dove rimase d’istanza la IV legio Macedonica dal 15 a.C, al 40 d.C. D’altro canto, però le legioni stanziate in alcuni accampamento avrebbero potuto approvvigionarsi di moneta dai centri abitati più vicini, dove potrebbero essere state create delle zecche ad hoc, anche solo per un determinato periodo di tempo.

Per la citata somiglianza stilistica con le monete di Carisio, l’origine comune da un’unica zecca sembra improbabile: in realtà, per quanto ne sappiamo dalle fonti, Carisio non era presente nel teatro della guerra cantabrica e perciò qualcun’altro potrebbe aver emesso la moneta della “caetra”, come forse un governatore delle neo-provincie Transduriana e Citeriore, come testimoniato dall’editto di Augusto nel Bierzo, ad esempio L. Sesto Quirinale. Al contrario la moneta potrebbe essere stata emessa dallo stesso Augusto, sulla base del suo imperium proconsolare, durante la sua permanenza nella penisola fra il 26 ed il 24 a.C. Allo stesso modo potrebbe essere stato il legato per la Citerior, Antistius Vetus, in carica fino al 24 a.C. La somiglianza stilistica potrebbe derivare semplicemente dall’opera di un unico incisore per i coni.