TUTTI I DOLLARI PRESIDENZIALI DEL 2015, DA ROOSEVELT A JOHNSON

documents-button(di Marco Caroni) | Dalla bomba atomica alla Guerra del Vietnam. Dal 1945 alla fine degli anni ’60. Il programma dei dollari dei presidenti degli Stati Uniti prosegue senza sosta e quest’anno, il 2015, entra nel vivo degli anni roventi dalla fine della II Guerra Mondiale in poi. Il programma della U.S. Mint avviato nel 2007 col dollaro dedicato a George Washington in questi mesi celebra alcuni dei numeri uno della Casa Bianca che più hanno lasciato traccia nella storia contemporanea statunitense e quindi mondiale. John Fitzgerald Kennedy su tutti. Chiaramente identiche alle precedenti le caratteristiche delle quattro monete millesimate 2015. Composizione con rame, 6% di zinco, 3,5% manganese e 2% nickel. Diametro 26,49 millimetri e peso di 8,1 grammi. Ancora non comunicate, le tirature sono comunque “mostruose” e più che per un interesse numismatico decisamente relativo (in termini di potenziale “investimento”), queste monete meritano comunque attenzione per l’alto valore storico che portano con sé.

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Il set dei dollari presidenziali 2015: il meno riuscito è forse quello per J.F.K. (source: U.S. Mint)


Andiamo con ordine. Già emessa nei mesi scorsi, la prima moneta di quest’anno dedicata a Harry S. Truman. Nominato vice di Roosevelt e diventato presidente il 12 aprile del 1945 alla morte di quest’ultimo, il nome di Truman è indissolubilmente legato alle bombe atomiche sganciate nell’agosto del ’45 sul Giappone: il 6 per distruggere Hiroshima, il 9 su Nagasaki. Salito al potere nel momento decisivo della guerra, il 33° presidente Usa varò quella che è passata alla storia come la “Dottrina Truman” e col conseguente Piano Marshall teso a contrastare l’avanzata del comunismo con consistenti aiuti ai Paesi europei usciti devastati dal conflitto mondiale ed avviando di fatto la Guerra fredda. Dopo aver negato lungo aiuto al Vietnam del Sud, Truman non riuscì ad evitare una partecipazione statunitense in Corea. Due curiosità. La prima: la S. del secondo nome non ha alcun significato ed è un semplice ricordo affettivo. La seconda: in Italia il nome di Truman arrivò anche grazie alle 49 locomotive NE120 impiegate in Puglia e Campagna e poi cedute alle Ferrovie dello Stato nell’ambito del già citato Piano Marshall.

002Ike” Heisenhower in una foto ufficiale da generale a cinque stelle (source: archive)


A succedere a Truman, il 20 gennaio del 1953 fu l’eroe del D-Day, Dwight David Eisenhower. I suoi meriti restano legati soprattutto a quei gloriosi giorni, dal 6 giugno 1944 in poi, che segnarono la sconfitta del nazismo. Negli 8 anni di presidenza Eisenhower, pur proveniente dall’opposto schieramento politico, proseguì nella linea di Truman per la lotta al comunismo e nel 1954 firmò la pace di Corea. Del 34° presidente stelle e strisce resta, tra gli altri, il discorso di addio alla nazione. “Solo una popolazione in allerta e informata può costringere ad una corretta interazione la gigantesca macchina industriale e militare della difesa con i nostri metodi ed obiettivi di pace, in maniera tale che sicurezza e libertà possano prosperare insieme”. Pur convinto interventista, Eisenhower seppe mettere in allerta sui pericoli e sulla deriva cui può condurre l’industria bellica.