RICORDANDO ANTONIO FABRIS, “SOMMO INCISORE ITALIANO DEL SECOLO XIX”

documents-button(di Leonardo Mezzaroba) | Il 22 dicembre 1865 la “Gazzetta di Venezia” dava notizia della realizzazione di una medaglia commemorativa dedicata ad Antonio Fabris, morto l’8 febbraio di quello stesso anno. Si trattava del tributo voluto e realizzato da Francesco Stiore per il proprio collega, amico e maestro. In effetti, dopo la morte del Fabris, Francesco Stiore (Venezia 1806-1884) era rimasto l’ultimo incisore della zecca di Venezia, destinata a chiudere definitivamente i battenti il 31 marzo 1870. Nella medaglia il Fabris viene ricordato come “Sommo incisore italiano del secolo XIX”; tale definizione non appare esagerata dato che il “corpus”medaglistico di questo prolifico incisore costituisce una eredità davvero preziosa sia sul piano artistico che storico, spaziando dal 1823 sino al 1865.

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A far conoscere e apprezzare il giovane Fabris (era nato ad Udine il 4 novembre 1790) fu una medaglia da lui realizzata, nel 1823, per testimoniare l’omaggio della città di Udine alla memoria di Antonio Canova. Il profilo del Canova, effigiato in medaglia, aveva molto colpito lo storico dell’arte Leopoldo Cicognara, che spese parole di vivo elogio per l’autore.

Iniziò così la carriera medaglistica del Fabris che successivamente si volse ad altre raffigurazioni del Canova, dello stesso Cicognara e persino dell’imperatore Francesco Giuseppe. Egli lo rappresentò nel 1850 nella medaglia per la posa della prima pietra della Stazione della Ferrovia meridionale di Trieste  e nel 1852 nella medaglia per i premi d’industria dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti. Ma dalla sua mano uscirono anche i conii di tante altre medaglie, legate alle vicende e alle circostanze più diverse: dalla inaugurazione di istituti caritatevoli, alla celebrazione di politici, religiosi e artisti; dai premi per la coltivazione dei bachi da seta, sino alle corse “dei sedioli” a Treviso e a Padova.