QUANDO LA GUERRA E’ “DI CARTA”: BANCONOTE FALSE, DI FANTASIA E DI PROPAGANDA

Sono da ricordare, innanzi tutto, i “silver certificate” da un dollaro, datati 1935, dei quali i parigini trovano tappezzati i boulevard della loro città nell’ottobre del 1943. La popolazione è entusiasta e, stremata dalla lunga occupazione, pensa addirittura che siano stati gli americani a bombardare Parigi di denaro autentico per favorire la ripresa dei commerci dopo la sconfitta – che si prevede prossima – degli odiati nazisti.

La gioia, tuttavia, è destinata a cedere ben presto il passo alla disillusione; ci si accorge, infatti, che i dollari recano tutti il medesimo numero di serie (Y91033384A) e, a differenza delle vere banconote, si aprono come libretti a rivelare la loro autentica e beffarda natura. All’interno campeggia, infatti, una stella gialla a sei punte circondata da un lungo testo in francese che ricorda come l’aquila, il triangolo, l’occhio, assieme a numerosi altri elementi propri dell’iconografia del biglietto verde americano altro non siano che simboli della religione ebraica e che, quindi, il dollaro sia da considerare la vera moneta degli ebrei – non a caso Henry J. Morgenthau, ministro delle Finanze americano e amico personale del presidente Roosevelt, è di origine ebraica – e venga stampata per pagare quella che è chiamata “la guerra degli ebrei”.

L’odio razziale nei confronti dei cittadini di religione ebraica, che nel Terzo Reich sfocia nella “soluzione finale” e conduce ai forni crematori milioni di esseri umani, assume infatti anche un ruolo propagandistico fuori dai confini della Germania; nei paesi occupati come la Francia, ad esempio, fa leva sulla diffusa convinzione – radicata sin dai secoli bui del medioevo e dai tempi dell’Inquisizione – che gli ebrei, per tradizione banchieri o peggio usurai, siano la vera potenza che muove la macchina bellica per raggiungere i propri oscuri ed inconfessabili scopi. Non a caso, il testo in francese all’interno dei dollari paracadutati su Parigi suona più o meno così: “Questo dollaro è valido solo se firmato Morgenthau. Il Ministro del Tesoro degli Stati Uniti d’America è l’Ebreo Morghenthau Junior, alleato dei pescecani della finanza internazionale.

002Tutti i simboli ebraici appaiono su questo dollaro: l’aquila di Israele, il triangolo, l’occhio di Jehovah e le tredici lettere del motto [E Pluribus Unum, NdA], le [tredici] stelle, le [tredici] frecce, le [tredici] foglie sul ramo d’ulivo e i [tredici] gradini della piramide incompleta.

Questo denaro è certamente giudeo! Questo dollaro è servito per pagare la guerra degli ebrei! L’unico messaggio che gli Anglo–americani sono in grado di indirizzarci è: questo dollaro sarà sufficiente a ricompensarci per le sofferenze causate dalla guerra degli ebrei? Il denaro non ha odore… ma i giudei sì!”.

Piuttosto interessante, in questo farneticante messaggio di propaganda, ci appare soprattutto la serie di allusioni al numero tredici che, in effetti, è presente più volte sul retro del biglietto verde statunitense e che è strettamente legato alla cultura e alla tradizione ebraica.