ADA BELLUCCI RAGNOTTI: RITRATTO NUMISMATICO DI SIGNORA | 2

Di un certo interesse ci appaiono, in particolare, le trascrizioni di alcuni documenti originali sull’attività dell’officina monetaria. Il contributo è arricchito da una tavola con i disegni dei quattro tipi di monete coniate a Terni, da considerazioni sull’iconografia e i pesi medi degli esemplari analizzati e, cosa quanto mai all’avanguardia per l’epoca, dall’analisi composizionale effettuata da Giuseppe Bellucci, qualificato chimico, “sul metallo di una murajola da bajocchi sei di Terni, di aspetto bruttissimo, forse argentata semplicemente all’esterno [che, Nda] rivelò la costituzione seguente: Rame 96.9 Argento 3.1 Piombo, Ferro, e Carbone tracce”. Ciò, in evidente contraddizione con i capitoli della zecca ternana stando ai quali la proporzione del rame, in questo tipo di monete, “doveva rappresentare due terzi”. Moneta furbescamente svilita dagli zecchieri o falso d’epoca? Non lo sapremo mai.

Nel successivo volume del “Bollettino” appare – è il 1903 – un’ulteriore breve scritto dal titolo “Sulla zecca di Terni. Nota” nella quale Ada Bellucci scrive: “Per mezzo cortese mi feci un dovere di presentare una copia del mio tenue lavoro a S.M. il Re, che con tanta dottrina ed amore si occupa degli studi numismatici ed attende alla raccolta e conservazione di quei cimeli, che sono tanta parte nella Storia del nostro paese. S.M. si compiacque non solo di accogliere benignamente la mia modesta offerta, ma si degnò inviarmi in dono una ‘murajola da bajocchi quattro’, che è la più interessante moneta tra quelle uscite dalla zecca di Terni, ed appunto quella che concorre principalmente a far designare codesta zecca tra le rarissime d’Italia. S. M. volle ancora aggiungere al dono, alcune notizie riferentisi al rinvenimento di tale moneta ed alle particolarità del suo conio”. La moneta, sottolinea infatti l’autrice, era stata acquistata da Vittorio Emanuele nel 1882 al mercato di Campo dei Fiori a Roma e, da quel lontano 1903, è gelosamente custodita nella collezione Bellucci.

003Le ultime pubblicazioni della studiosa perugina risalgono, rispettivamente, al 1905 e al 1907. Quest’ultima data, in particolare, appare di grande importanza per la storia di Perugia nel primo scorcio del Novecento dal momento che in quell’anno si svolge, tra i mesi di aprile ed ottobre, con notevole eco a livello nazionale e grande afflusso di pubblico, la memorabile Esposizione di Antica Arte Umbra. Inaugurata il 29 aprile alla presenza di Vittorio Emanuele III, la mostra viene allestita a Palazzo dei Priori e, nell’ambito del percorso espositivo incentrato su dipinti e sculture, arredi sacri e per uso civile, piccoli capolavori di arte applicata e reperti archeologici, gioielli e tessuti, libri antichi e manufatti, Ada Bellucci espone una sezione numismatica comprendente più di trecento tra monete in argento, mistura e rame della raccolta di famiglia.