ADA BELLUCCI RAGNOTTI: RITRATTO NUMISMATICO DI SIGNORA | 2

Esula dall’ambito della numismatica umbra, ma presenta, in ogni caso, uno stretto collegamento con il capoluogo, il successivo saggio redatto da Ada Bellucci pubblicato sia nel “Bollettino”che, come estratto, nel corso del 1901. Si tratta infatti dell’analisi di un “Tesoretto di aurei rinvenuto in Perugia” nel quale si dà notizia di un interessante gruzzolo di cinquanta esemplari in oro, studiato con lungimiranza “Prima ch’esso fosse posto in commercio, e venisse diviso e disperso […] sembrandomi che [le monete rinvenute, Nda] presentassero nel loro insieme un notevole interesse numismatico e storico”.

Le monete sono elencate per officina di produzione e sommariamente descritte e classificate: si riscontrano fra esse esemplari di Roma compresi tra i pontificati di Paolo II (1464-1471) e Clemente VII (1523-1534), alcune monete di Bologna (sia a nome dei Bentivoglio che riferibili al periodo pontificio), esemplari napoletani di età aragonese (tra i quali vengono elencati anche tipi, in realtà, di produzione spagnola), monete di Venezia e di Rodi, dei Pico per Mirandola, di Mantova e Milano, Genova e Lucca, altre di zecche tedesche ed ungheresi e quattro esemplari attribuiti alla zecca di Tunisi con legende “impresse in caratteri orientali”.

002La Bellucci, approfondendo la composizione del tesoretto, si spinge ad ipotizzare che il gruzzolo possa essere stato nascosto da un religioso missionario (dal momento che fu ritrovato nel sito dove, presumibilmente, vi erano i resti di un edificio monastico) e che le circostanze dell’occultamento possano essere state la peste del 1526 oppure la già menzionata Guerra del sale del 1540, eventi traumatici per la comunità perugina nella prima metà del XVI secolo. La pubblicazione del 1901 risulta, a tutt’oggi, l’unica testimonianza di questo rinvenimento monetale effettuato all’alba del XX secolo a Perugia.

Nel 1902 viene pubblicata, nel “Bollettino”, una nuova memoria di Ada Bellucci dal titolo “La Zecca di Terni”, redatta per il Congresso della Regia Deputazione che si era tenuto, l’anno prima, nella stessa città. Grazie alla collaborazione del signor Ettore Sconocchia, all’epoca bibliotecario del Municipio ternano, Ada Bellucci riesce a raccogliere notizie storiche sull’officina pontificia istituita per breve tempo, nel 1797, dai patrizi Marcello Sciamanna e Paolo Gazzoli che produsse madonnine da 5 baiocchi in rame e muraiole in mistura da 8, 6 e 4 baiocchi.