Strani simboli sui bolognini di Guardiagrele

L’articolo presenta una rara variante del bolognino d’argento fatto coniare su concessione di Ladislao di Durazzo

Di Santone Realino. Il 4 giugno 1391 il re di Napoli Ladislao di Durazzo (1386-1414) concesse con regio diploma al nobile Napoleone II Orsini, logoteta e protonotario del regno, la facoltà di coniare i bolognini in argento come ringraziamento del sostegno dimostrato al re durante il periodo della guerra tra Angioini e Durazzeschi.

A Guardiagrele – comune abruzzese allora parte del Regno di Napoli – le monete furono coniate nel Palazzo Marini, dove venne predisposta l’officina monetale.

 

 

 

 

 

 

 

I bolognini presentano al recto la sigla della zecca, GVAR, circondata dal nome del sovrano, LADISLAVS R[ex], e al verso la legenda S LEO PAPA e l’immagine del busto del pontefice, con la rosa a cinque petali simbolo della famiglia Orsini sul petto. Secondo il recente studio di L. Taraborrelli  “Dossier speciale : indagini sul pontefice dei bolognini di Guardiagrele ” pubblicato sul Giornale della numismatica, il papa ritratto è Leone II.

La variante

 

 

La rarissima variante qui presentata reca al rovescio, ai lati del santo, due “ganci”. Questo particolare è stato reso noto come “doppio uncino” dallo studio di Achille Giuliani Ripostiglio di Cermignano (TE) pubblicato sul Bollettino di Numismatica online, Materiali 5 (2013). In questa pubblicazione, su 25 bolognini di Guardiagrele censiti, solo due esemplari hanno tali simboli.

Ingrandimento dei ganci (o uncini)

L’esemplare  in oggetto dovrebbe essere quindi il terzo a oggi noto. Tuttavia restano molti interrogativi ancora da chiarire su questi simboli: di cosa si tratta? Avevano un significato preciso? E se sì, quale?