ROMANO DI LOMBARDIA ONORA IN MEDAGLIA RICCARDO MANETTA

documents-button(di Antonio Castellani) | E’ bello constatare come la tradizione delle medaglie istituzionali, almeno in alcune città italiane, prosegua nel presente con la stessa dignità e considerazione che ha avuto nel passato, soprattutto nel XIX e nella prima metà del XX secolo. Accade, ad esempio, che il piccolo Comune di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, faccia non solo coniare una medaglia dedicata a quanti hanno compiuto atti di benemerenza civica, ma ne affidi la modellazione e la produzione ad un artista del conio e ad un’azienda in grado di onorare, a sua volta, la committenza con una realizzazione di alto livello. Al maestro Luigi Oldani la città di Romano di Lombardia ha commissionato quest’anno – la presentazione ufficiale è avvenuta presso il Palazzo della Ragione pochi giorni fa, alla presenza del sindaco Sebastian Nicoli – il compito di plasmare un ritratto di Riccardo Manetta (1882-1954) che è stato apposto su una delle due facce della medaglia, in abbinamento – sull’altra – all’araldica civica e al nome del comune.

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Il bel ritratto di Riccardo Manetta, amministratore locale e filantropo, onorato in medaglia da Romano di Lombardia (source: Oldani)


Riccardo Manetta, ancora giovanissimo, già nei primi anni del Novecento si impegnò in azioni sindacali a favore di contadini e braccianti agricoli. Iniziò così a maturare una speciale passione per l’impegno verso il prossimo, in particolar modo per le classi più disagiate. Forte della propria fede socialista, vissuta sempre come partecipazione che sa oltrepassare il particolare per convergere verso l’interesse della comunità, divenne protagonista della straordinaria stagione del modello cooperativistico, contribuendo in modo decisivo alla nascita di una cooperativa di consumo in Romano. Fuanche il primo ideatore della Colonia Elioterapica “Igea”, pensata per la cura e la salute dei fanciulli.

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Il nome e l’araldica della cittadina lombarda sul rovescio della medaglia (source: Oldani)


Per la sua fede politica venne costretto, durante il periodo fascista, a chiudere la bottega di barbiere ed è più volte condotto in carcere. Ricoprì in seguito ì incarichi pubblici nella città di Romano, come presidente dell’Ospedale della Santissima Trinità e sindaco chiamato dal Comitato di Liberazione Nazionale. Dopo la parentesi in Comune, la nuova Giunta lo invitò di nuovo a presiedere il Consiglio d’amministrazione dell’ospedale, nei confronti del quale mostrò una straordinaria generosità arrivando a donare al nosocomio, interamente a proprie spese, il padiglione destinato a Dispensario Antitubercolare, che verrà dedicato alla moglie Ida Cacciola.

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Bozzetto preparatorio per il dritto della medaglia dedicata a Riccardo Manetti (source: Oldani)


La bella medaglia è stata battuta nel diametro di 60 millimetri in bronzo patinato e, sebbene il personaggio rappresentato goda di una notorietà quasi esclusivamente locale, non si può non notare come l’artista di Dalmine abbia saputo conferire alle sembianze del Manetta tutta quell’umanità e quella fermezza d’ideali che traspaiono dalla sua biografia, eternandone nel metallo il ricordo e l’eredità morale.