QUANDO, A MONZA, ESTORE VISCONTI BATTEVA MONETA

documents-button(di Daniele Ripamonti) | Nel 1407 Gian Carlo Visconti, detto il Piccinino, si impadronì di Cantù ed Estore Visconti venne acclamato signore di Monza dopo essere stato liberato dai Forni della rocca, della stessa città, dove per circa due anni fu tenuto imprigionato su volere del duca Giovanni Maria Visconti. Nel frattempo il ducato di Milano si era molto ridotto per la ribellione di altre città, come Parma, Crema, Cremona, Bergamo, Brescia, Como e Lodi. Praticamente al duca rimanevano solo Milano e Pavia, quest’ultima tenuta dal fratello Filippo Maria Visconti come eredità del padre Gian Galeazzo. Liberato dai Forni, le famose prigioni sotterranee di Monza, Estore, si adoperò per ricostruire il fronte antiducale dei discendenti di Bernabò Visconti, uniti contro il governo di Giovanni Maria che si dimostrava sempre più instabile e mutevole, considerato perciò una minaccia per la sopravvivenza stessa dell’intero ducato visconteo.

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Con la proclamazione a signore di Monza, Estore Visconti coniò per la prima volta in una zecca monzese, verosimilmente all’interno di alcuni locali della rocca, monete d’argento e di mistura con la dicitura HESTOR VICECOMES MODOETIE. Con il forte messaggio politico del conio delle monete con impresso il proprio nome Estore dimostrò risolutamente le proprie intenzioni dichiarando aperta la sfida al nipote Giovanni Maria. Queste monete, coniate negli anni in cui Estore fu signore della città, presentavano quattro valori: il grosso d’argento, il sesino, la trillina e il bissolo, queste ultime in mistura. Le monete di Estore sono tipologicamente identiche a quelle milanesi. Il sant’Ambrogio posto sulle monete ne confermava la legittimità giuridica come milanesi e ne rivendicava la legittima circolazione in tutto il territorio lombardo.

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