MASSA MARITTIMA: UN WEEKEND TRA STORIA E NUMISMATICA

documents-button(a cura della redazione) | Massa Marittima, cittadina in provincia di Grosseto, tra il Duecento e il Trecento visse il proprio periodo di massimo splendore e, complice la ricchezza di minerali estratti dalle colline circostanti, decise di battere moneta propria, cosa che avvenne l’11 aprile 1317, un ventennio prima di cadere sotto la dominazione senese. Presso il Palazzo Pubblico, con i rogiti di ser Meo di Chele Ravanelli, tra Nuccio di Bonaventura, il quale agiva in nome e per conto del Comune, e Niccoluccio di Iacomino Benzi, abile coniatore fiorentino, si stabilì che lo stesso Niccoluccio, con l’aiuto di tre compagni, si sarebbe recato a Massa Marittima come sbozzatore di moneta, obbligandosi lo stesso Benzi a fornire alla neonata zecca massetana i ferri del mestiere ed in generale tutti gli utensili necessari. Nello stesso contratto venne stabilito anche il valore della moneta da coniare: il grosso d’argento doveva avere il valore di venti denari, mentre quello piccolo di sei, e si precisò che tali monete avrebbero dovuto essere simili, nel peso e nella composizione della lega, alla moneta senese, per assicurare loro corso e il giusto impiego come reale moneta di pagamento.

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Un rarissimo esemplare di grosso massetano da 20 denari di recente apparso in asta (source: Numismatica Ars Classica)


Nacque così il grosso massetano, al peso legale di 1,262 grammi; nel campo del dritto, esso rappresenta una croce con due piccole M, nei due angoli opposti, che appunto stanno a significare Massa Marittima, o “Massa Metallorum”. Nella parte superiore del margine vi si può trovare una altra piccola croce, ed intorno l’iscrizione DE MASSA. Al rovescio campeggia invece la figura del patrono san Cerbone, in abiti pontificali, con il nimbo intorno al capo e con la destra benedicente, mentre con la sinistra sorregge il pastorale, intorno all’iscrizione SAN CERBON. Di questa moneta, al momento, si conoscono tre varietà di conio, che presentano lievi difformità l’uno dall’altro. Il denaro piccolo, o minuto, presenta invece al dritto una croce, con attorno una piccola croce con due anelletti dove è possibile leggere DE MASSA. Nel rovescio appare la stessa figura di san Cerbone con l’iscrizione S. CERBON P., ovvero “Sanctus Cerbonius Patronus”. Il peso del piccolo massetano è di 745 milligrammi e al momento è noto in due varietà di conio, con lievissime differenze tra di loro.

Nel Museo Archeologico di Massa Marittima sono conservati esemplari le due monete ed alcuni conii originali, che nelle giornate di sabato 14 e domenica 15 novembre saranno protagonisti di una serie di eventi destinati a coinvolgere non solo appassionati e studiosi, ma anche tutta la cittadinanza e i turisti. Il “Novembre grosso” (visita qui il sito ufficiale della manifestazione) prevede infatti, alle ore 17 del 14 novembre, l’inaugurazione del nuovo allestimento della sala numismatica con una conferenza di Massimo Sozzi, studioso della zecca massetana e membro dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici; il giorno seguente, dalle ore 15, sarà inoltre attivato il laboratorio di archeologia sperimentale per bambini (ma non solo!) dal titolo “Conia una moneta come nel Medioevo” con al centro un’accurata ricostruzione di zecca trecentesca destinata a far conoscere la numismatica ai giovanissimi attraverso un’esperienza interattiva e coinvolgente.