INASTA N. 62: TUTTI A SAN MARINO IL 21 NOVEMBRE

exclamation-button(informazione pubblicitaria) | Si volgerà il prossimo 21 novembre presso il Grand Hotel San Marino (Viale Antonio Onofri 31 – San Marino Città) l’incanto n. 62 di Inasta, che sarà suddiviso in due sessioni: i lotti dal n. 1 al n. 615 – monete classiche, estere, medaglie e cartamoneta – saranno proposti dalle ore 9.45 alle 12.00 (visione per i clienti dalle ore 9.00 alle 9.45) mentre i lotti dal n. 616 al n. 1404 verranno battuti nel pomeriggio, dalle 14.00 alle 18.00, con visione dalle ore 13.15 alle 14.00. Come di consueto, sarà possibile partecipare all’incanto sia in sala che per telefono (0549.992400) e via fax (0549.992951), online e live (per usufruire del servizio, contattare Inasta allo 0549.970146). Per accedere al sito di Inasta clicca qui, per scaricare gratuitamente il catalogo completo in Pdf, suddiviso in capitoli, clicca qui.

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Una delle rarità longobarde in vendita da Inasta: un raro ed affascinante tremisse anonimo (source: Inasta)


Oltre millequattrocento lotti, come detto, in grado di interessare tutti i tipi di collezionisti, da quelli di monete antiche agli appassionati di emissioni più recenti, passando per le coniazioni delle zecche italiane, di Savoia e del Regno, senza dimenticare la affascinanti monete mondiali, le medaglie e le banconote. Una piccola, ma interessante selezione di monete greche, magno greche e siceliote precede la sezione dedicata alle monete romane repubblicane alla quale fa seguito un’ampia scelta di coniazioni imperiali. Tra queste segnaliamo interessanti aurei a nome di Marc’Antonio, Vespsiano, Nerone e Antonino Pio, nonché sesterzi caratterizzati da pregevoli patine. Dopo le emissioni provinciali e bizantine – tra queste ultime, numerosi solidi di sicuro interesse – quattro coniazioni longobarde colpiscono per pregio e per conservazione: due tremissi anonimi di zecca incerta, uno per Pisa di estrema rarità e, infine, uno a nome di Aistolfo coniato dalla zecca di Lucca.

Ricca, come di consueto, l’offerta di monete estere, per la maggior parte in oro e in argento: si spazia da rare coniazioni per l’Albania prodotte dalla Regia Zecca di Roma negli anni Venti del secolo scorso ad un’ampia selezione di esemplari francesi, monete britanniche, coniazioni commemorative anche recenti in metallo prezioso ed alcuni notevoli esemplari russi. Tra le medaglie italiane, invece, sono da ricordare alcune coniazioni del periodo fascista, un buon numero di annuali pontificie in argento del XIX e XX secolo, un piccolo gruppo di commemorative inglesi del periodo vittoriano ed esemplari d’arte contemporanea opera di artisti come Angelo Grilli. Nella sezione della cartamoneta spiccano un biglietto di Stato da 10 lire umbertino di grande rarità del 1883 tipo Doppia effigie, un campione da 50 lire tipo Italia elmata del 1951, vari esemplari di 1000 lire Barbetti – taluni, rari o molto rari – e, per quanto riguarda l’ultima fase della monetazione repubblicana, una 100.000 lire Caravaggio autografata nel 1994 dal cassiere generale della Banca d’Italia Fortunato Speziali.

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Correggio e Mantova tra le tante zecche italiane proposte nella vendita n. 62 di Inasta (source: Inasta)


Vero e proprio “cuore pulsante” di questa sessantaduesima vendita all’incanto di Inasta è tuttavia, come già in altri casi, la parte dedicata alle monete di zecche italiane medievali e moderne. Oltre trecento esemplari che vedono, fra le altre, la presenza di una rarissima parpagliola quattrocentesca per Asti e di un solido per Benevento a nome del duca Gisulfo; a seguire, ricordiamo un affascinante 8 soldi per Correggio a nome del principe Siro d’Austria. Per quanto riguarda Firenze segnaliamo invece alcuni pregevoli francesconi e per Genova una serie di esemplari di scudo stretto dall’intramontabile fascino; ben rappresentate anche le monetazioni gonzaghesca e milanese.

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“Ori di Napoli”: dalle coniazioni rinascimentali a quello broboniche dell’Ottocento (source: Inasta)


Per quanto riguarda Napoli, invece, sono ben due gli esemplari di doppia in oro con ritratto di Carlo V e al rovescio l’Abbondanza con cornucopia e spighe andante verso sinistra, al quale seguono emissioni borboniche e anche esemplari a nome di Gioacchino Murat, sempre ricercati. Tra le monete papali figura un doppio fiorino di camera di Clemente VII con al rovescio san Pietro alla pesca; seguono piastre del XVII e XVIII secolo nonché – per quanto riguarda le coniazioni più recenti della Santa Sede – alcuni rari cartoncini ufficiali di serie annuali comprensivi delle 100 lire oro battute durante il pontificato di Pio XII.

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Un “evergreen” della monetazione italiana: la madonnina dell’incendio di Ronciglione del 1799 (source: Inasta)


Venezia è particolarmente ben rappresentata, soprattutto da una selezione di zecchini e da una notevole raccolta di oselle in argento forte di circa 140 esemplari, il primo dei quali risalente al dogato di Andrea Gritti (1523-1538); inizialmente standardizzate nel tipo, queste prestigiose monete donativo col tempo assunsero un ruolo di propaganda e comunicazione permettendo al doge in carica di celebrare nel metallo prezioso l’evento più significativo dell’anno nella storia della Serenissima. Una tradizione interrotta solo a fine Settecento, con Ludovico Manin, poco prima dell’arrivo degli Austriaci, e che nel tempo ha dato vita a capolavori del conio e vere e proprie rarità, come l’osella proposta da Inasta a nome di Morosina Morosini (moglie di Marino Grimani) millesimata 1597, con busto della “dogaressa” al dritto e iscrizioni al rovescio.

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Particolarmente ricca, nell’incanto del 22 novembre prossimo, la scelta di oselle veneziane (source: Inasta)


Non mancano gli esemplari di pregio nemmeno per quanto riguarda Casa Savoia, ad iniziare dallo scudo d’oro del 1543, coniato postumo a Nizza, a nome del duca Carlo II il Buono; la dinastia, tuttavia, in questa vendita è meglio rappresentata da emissioni ottocentesche in oro e in argento e da importanti coniazioni del Regno d’Italia. Tra le altre, segnaliamo una rarissima 100 lire Aquila araldica del 1903, una 100 lire Littore del 1937-XVI in perfetta conservazione e una 20 lire Aquila araldica del 1902, anche questa di notevole rarità. Chiude il catalogo una piccola sezione di esemplari della Repubblica Italiana nella quale si evidenziano alcuni pezzi millesimati 1946 e 1947, tra i più ricercati della monetazione post bellica.