IN ASTA AURORA DUE RARISSIME MEDAGLIE
PER LA VISITA DI PIO XII AL RE D’ITALIA

(di Roberto Ganganelli) | Nel catalogo dell’asta Aurora n. 4 del prossimo 19 novembre sono presenti, ai lotti nn. 658 e 659, due medaglie risalenti al 1939, una in bronzo dorato e l’altra in bronzo naturale, di circa 120 millimetri di diametro. Due medaglie alla cui storia, chi scrive, ha dedicato nel 2015 – nel quinto volume di “Historia Mundi”, rivista di numismatica e medaglistica della Biblioteca Apostolica Vaticana – un approfondimento che oggi, seppure in sintesi vale la pena di riproporre. Si tratta infatti di due rarità assolute nel panorama della medaglistica italiana del XX secolo dal momento che esse fanno parte di un esiguo numero di esemplari di questo tipo prodotti, su modelli dell’artista Antonio Maraini (1886-1963) – padre di Fosco (1912-2004) e nonno della nota scrittrice Dacia Mariani (1936-) – per celebrare la visita di papa Pio XII al re d’Italia Vittorio Emanuele III, al Quirinale, avvenuta il 28 dicembre del 1939.

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A sinistra, ritratto fotografico dell’artista Antonio Maraini; a destra, medaglia unifcae fusa in bronzo con ritratto di Aldous Huxley (source: archive)

Il 21 dicembre, i sovrani d’Italia si erano recati in visita ufficiale in Vaticano e, una settimana più tardi, come ci racconta l’edizione di venerdì 29 dicembre de “L’Osservatore Romano” papa Pacelli restituì la visita recandosi di persona al Quirinale. Per la prima volta dal 1870 – e ad oltre un decennio dalla firma dei Patti Lateranensi – il 28 dicembre del 1939 un pontefice usciva dai confini dello Stato della Città del Vaticano per recarsi in quella che – per lungo tempo, e fino a quasi settant’anni prima – era stata la reggia e la dimora dei successori di Pietro. Un evento storico, dunque, tanto è vero che nonostante la pioggia insistente due ali di folla festante esultarono al passaggio del corteo papale per Via della Conciliazione, attraverso il Tevere e poi fino al Colle. Qui il Pacelli, che volle l’automobile scoperta nonostante il maltempo, fu accolto da un picchetto d’onore, dalla famiglia reale al completo e dal corpo diplomatico e si intrattenne a colloquio con Vittorio Emanuele III ed il principe ereditario Umberto per poi tornare in Vaticano, non senza aver impartito una benedizione solenne ai Savoia e all’amata Italia.

A ben vedere, quella che potrebbe apparire come una visita di prammatica fra due sovrani si delinea in realtà – e il Cinegiornale Luce del tempo lo testimonia appieno, nonostante l’ovvia retorica di regime – come una sorta di ulteriore, definitivo suggello ai Patti Lateranensi di un decennio prima. Una visita destinata ad essere “partecipata” dalla popolazione, sia lungo le vie di Roma che attraverso i mezzi di comunicazione, un ultimo mattone nelle fondamenta su cui, a partire dalle firme dell’11 febbraio 1929, si erano ricostruiti passo dopo passo i rapporti tra Papato e Regno d’Italia dopo i conflitti – taluni latenti, altri palesi – legati alla “Questione romana”. Nonostante il Trattato e il Concordato firmati da Benito Mussolini e dal Cardinale Pietro Gasparri, nonostante il riconoscimento statuale alla Città del Vaticano, nonostante i cospicui indennizzi economici e i privilegi fiscali ottenuti dalla Santa Sede e dalla Chiesa sul territorio italiano, Pio XI Ratti non aveva mai ritenuto, infatti, di poter scendere ad un “compromesso” tale da rendere visita alla famiglia reale italiana in quella che era stata per secoli la residenza dei pontefici. Il suo successore, invece, non esitò a concedere udienza ai Savoia e a ricambiare immediatamente la visita. Indicativo è, in tal senso, il testo del discorso che pronunciò nella Sala del Trono al Quirinale:

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Esemplare della medaglia in bronzo dorato per la visita di Pio XII al Quirinale del 1939 (source: Aurora Numismatica)

Una cartolina dell’epoca emessa dalle Poste Vaticane commemora l’evento attraverso le effigi dei di Pio XII e di Vittorio Emanuele III ed il significativo titolo “Incontro dei Fautori della Pace nel Mondo”. Non a caso, nell’udienza in Vaticano del 21 dicembre 1939 il colloquio fra i due era stato segnato da ripetuti ed accorati appelli di Pio XII a far rimanere il Regno d’Italia estraneo conflitto scoppiato da pochi mesi con l’invasione tedesca della Polonia. Il re, secondo autorevoli fonti, avrebbe voluto replicare affermativamente al papa, ma il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano gli indicò discretamente che no, non era il caso di affrontare un simile, delicatissimo argomento politico, specie in assenza di Mussolini e ben sapendo che, di lì a pochi mesi, anche l’Italia sarebbe scesa in guerra a fianco del Terzo Reich e del Giappone.

“L’Osservatore Romano” del 29 dicembre 1939 dedica due pagine allo storica visita ma ciò che interessa qui è la foto pubblicata su tre colonne, in basso a destra a p. 2 con didascalia: “In ricordo dello storico Avvenimento l’Ambasciatore presso la Santa Sede S. E. Dino Alfieri ha fatto coniare in due esemplari questa artistica medaglia, opera pregevole dello scultore Antonio Maraini”. Dalle ricerche effettuate, in primo luogo presso il  Dipartimento di Numismatica e Medaglistica della Biblioteca Apostolica Vaticana, si è avuta sostanziale conferma dell’estrema rarità della medaglia, già sottolineata nel 1942 da Giorgio Nicodemi nella “Rivista italiana di numismatica” quando scrive “Della medaglia, commessa dall’Eccellenza Dino Alfieri, allora ambasciatore d’Italia presso il Vaticano, esistono solo gli esemplari che furono consegnati al Sommo Pontefice, alla Maestà del Re, al Duce, Al Cardinale Segretario di Stato, l’Eminenza Giuseppe Maglione, ed all’ambasciatore Alfieri».

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La cartolina emessa dalle Poste Vaticane in ricordo dell’incontro tra Pio XII e Vittorio Emanuele III (source: archive)

La tiratura ufficiale fu dunque di cinque esemplari dei quali due, entrambi in bronzo dorato e con diametro di mm 120 per un peso di g 820 circa risultano, effettivamente, ancora oggi conservati nella raccolta del in Vaticano. Si tratta, evidentemente, di quelli omaggiati a Pio XII e al cardinale Maglione e che, in quanto doni istituzionali, vennero depositati presso il Medagliere della Biblioteca Apostolica, come ancora oggi avviene. Si ignorava, invece, quale fosse stata dopo la guerra la sorte delle medaglie consegnate, nella stessa occasione, al capo del Governo italiano e al re che, per evidenti ragioni di protocollo, dovevano essere identiche a quelle destinate al pontefice e al segretario di Stato vaticano, ossia in bronzo dorato.

Non furono soltanto due, dunque, come scrive “L’Osservatore Romano”, le medaglie realizzate per la solenne visita di Pio XII ai sovrani d’Italia, e probabilmente neppure cinque come indicato da Nicodemi. E quelle proposte in asta Aurora, dunque, si candidano l’una – in bronzo dorato – ad essere uno degli esemplari consegnati a Vittorio Emanuele III, oppure a Mussolini o all’Alfieri e l’altra, verosimilmente, un’ulteriore medaglia non finita che il maestro Antonio Maraini volle conservare per sé, a testimonianza della propria opera, e che in seguito è finita sul mercato.

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Esemplare in bronzo naturale della medaglia, forse appartenuto all’artista Antonio Maraini (source: Aurora Numismatica)

Quella colomba modellata da Antonio Maraini, in ogni caso, riveste un ruolo del unico nella storia metallica del Novecento italiano dal momento che essa è non solo il simbolo della ritrovata concordia fra Stato e Santa Sede, suggellata dalle visite del 1939, ma anche un simbolo – probabilmente neppure inteso, dall’autore o dal committente, in tal senso – del fatto che Pio XII e Casa Savoia stessero lavorando ai massimi diplomatici – purtroppo, come la storia ci insegna, senza risultati concreti – per evitare all’Italia un lacerante conflitto che avrebbe dilaniato la Nazione e portato lutti, miseria e guerra civile. Allo stesso modo, quella Corona Ferrea tra i fasci littori scolpita al dritto, come già lo scudo sabaudo su alcune monete dello stesso periodo, pare quasi ricordarci, nell’eternità del metallo, i vincoli al potere e all’azione della monarchia sabauda – che pure, decenni prima aveva saputo unificare l’Italia – imposti dal potente regime fascista.

 

Bibliografia essenziale

Bardazzi 1984, “Antonio Maraini scultore”, Firenze.

Cusumano e A. Modesti 1989, “Pio XII nella medaglia”, Roma.

De Sabbata 2006, “Tra diplomazia e arte: le Biennali di Antonio Maraini (1928-1942)”, Udine.

Grasso 2007, “Maraini, Antonio” in “Dizionario biografico degli Italiani, vol. 69” (lemma digitale in www.treccani.it), Roma.

Nicodemi G. 1942, “Medaglisti Italiani Moderni. V. Antonio Maraini” in “Rivista Italiana di Numismatica e Scienze affini”, Vol. II. Serie Quarta. XLIV. IV Trimestre 1942-XXI, Milano 1942, pp. 107-114.

Ojetti U. 1923, “Ritratti di artisti italiani”, Milano, pp. 199-212.

S.i.a. 1939, “L’Osservatore Romano”, ultima edizione del 29 dicembre 1939, Stato della Città del Vaticano.

S.i.a. 2008, “Antonio Fosco e Grato Maraini. Memorie di una famiglia” (catalogo dell’asta Pandolfini), Firenze.