IL 2015 DEL METALLO PREZIOSO FOTOGRAFATO DAL WGC

(di Antonio Castellani) | L’11 febbraio, nel bel mezzo di una delle settimane più dinamiche vissute sul mercato internazionale dell’oro da mesi a questa parte, il World Gold Council ha diramato il consueto rapporto annuale sulla richiesta e l’offerta globale di metallo prezioso nei diversi settori, dal quale sono emersi – come sempre – dati interessanti ed anche qualche sorpresa. Iniziando dal settore gioielleria, il periodo luglio-dicembre 2015 si è rivelato – a livello di secondo semestre dell’anno – il migliore addirittura dal 2004, anche se questa performance non è riuscita a compensare del tutto la debolezza fatta registrare della prima parte dell’anno.  Nel 2015, infatti, la domanda d’oro per gioielli è stata di complessive 2.414,9 tonnellate, in contrazione del 3% rispetto al 2014; in termini assoluti, terzo e quarto trimestre hanno totalizzato ben 1.299,9 tonnellate acquisite – in prevalenza – dall’India con la Turchia, la Russia e gran parte del Medio Oriente in controtendenza.

La domanda d’oro destinata all’investimento è invece aumentata dell’8% nel corso del 2015, fino ad attestarsi a quota 878,3 tonnellate. Il quantitativo di metallo prezioso destinato a monete e lingotti, in particolare, è cresciuto gradualmente, ma in modo costante (fino a 263,5 tonnellate) nel quarto trimestre, con conseguente crescita marginale per l’intero esercizio annuale. A guidare la classifica dei paesi più attivi nel settore la Cina, l’India e gli Stati Uniti. La continua ricerca di forme di diversificazione ha anche alimentato gli acquisti d’oro da parte delle banche centrali che, stando ai dati ufficiali, hanno aggiunto 588,4 tonnellate alle proprie riserve, un dato leggermente al di sopra dell’anno precedente. La domanda si è concentrata nella seconda metà dell’anno: 336,2 tonnellate acquistate tra luglio e dicembre rispetto alle 252,1 del primo semestre.

Continua a diminuire, invece, il volume di metallo prezioso impiegato nell’industria e nell’alta tecnologia, nella misura di un 5% nel corso del 2015 e con una contrazione addirittura del 7% nel quarto trimestre, fino a quota 84,5 tonnellate. Ciò è in parte dovuto al rallentamento delle vendite di prodotti finali in settori chiave e, congiuntamente, alla sempre più ampia diffusione di materiali alternativi e meno costosi in settori monopolizzati, in passato, dall’oro. Anche per quanto riguarda, infine, la produzione mineraria ed il recupero e reimpiego di metallo prezioso, non mancano dati interessanti: l’attività estrattiva, infatti, nel 2015 ha fatto registrare una crescita di appena l’1% (il risultato meno brillante degli ultimi sette anni) mentre il riciclaggio è ai minimi storici. Anche da questi elementi scaturisce il dato finale per cui, secondo il World Gold Council, l’offerta totale d’oro 2015 è stata del 4% inferiore a quella del 2014, a collocandosi a quota 4.258,3 tonnellate.

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