I due “Gordiani” in moneta: come riconoscerli?

Massimino divenne presto impopolare a causa del suo governo sempre più oppressivo e in Africa iniziò una grande ribellione nel marzo del 238 contro l’imperatore. Il popolo in ribellione offrì al vecchio Gordiano I, governatore dell’Africa, la porpora imperiale, il quale l’assunse assieme all’appellativo Africano il 22 marzo 238. Siccome aveva più di 80 anni, insistette che fosse proclamato suo coimperatore suo figlio Gordiano II. Sappiamo sempre dall’“Historia Augusta” che pochi giorni più tardi entrò a Cartagine in modo trionfale con l’appoggio dell’elite locale. Da Cartagine iniziò una veloce trattative epistolare con i personaggi più influenti di Roma e delle maggiori città dell’impero e ben presto il Senato confermò Gordiano nuovo imperatore assieme a suo figlio, ed al nipote Gordiano III gli fu promessa la pretura, il consolato e il titolo di Cesare; mentre la maggior parte delle province e delle città dell’impero si schieravano con i Gordiani, Massimino e suo figlio furono dichiarati nemici dello Stato. Senza aver lasciato mai Cartagine, la fine del loro impero arrivò di lì a poche settimane: durante il mese di aprile Gordiano II si scontrò, assieme ad un esercito mal addestrato, contro il governatore della Numidia, fedele a Massimino e vi trovò la morte in combattimento. Gordiano I, appresa la notizia, si suicidò.

Dopo aver fatto un breve resoconto della vita dei due “Gordiani” e le vicende che li portarono al trono passiamo alla numismatica poiché, come da prassi, acclamati imperatori e ufficializzati dal Senato romano, la zecca imperiale iniziò immediatamente la coniazione di monete con la loro effigie. Le monete a loro nome sono senz’altro rare, ma non eccessivamente considerando il loro brevissimo regno: la zecca dovette emettere un gran quantitativo di monete a loro nome che servirono verosimilmente a donativi ed elargizioni varie, come del resto la prassi consolidata richiedeva.

002 003Denari a confronto: Gordiano I (in alto) e Gordiano II (in basso)


Seguendo il volume del “Roman Imperial Coinage” vediamo che le legende utilizzate per le loro monetazioni sono IMP M ANT GORDIANVS AFR AVG per i denari, IMP CAES M ANT GORDIANVS AFR AVG per il solo aureo conosciuto a nome di Gordiano I e IMP CAES M ANT GORDIANVS AFR AVG per la monetazione bronzea. Inoltre si conosce anche un esemplare di sesterzio a nome di Gordiano I con la legenda ascritta sulle monete in argento. Anche i rovesci su molte monete sono identici tra loro come la “Victoria”, la “Securitas”, “Romae Aeternae” ecc…

Come è intuibile, i due coimperatori, avendo lo stesso nome, avevano adottato anche le stesse legende per gran parte della monetazione e questo molte volte porta a una confusione nella corretta identificazione, poiché anche la ritrattistica dei busti è simile fra loro, senza dimenticare che la zecca di Roma non vide mai gli imperatori dal momento che rimasero sempre a Cartagine, ma verosimilmente si affidarono a dei cartoni spediti insieme alle missive che arrivavano dalla provincia d’Africa.

004 005Sesterzi a confronto: Gordiano I (in alto) e Gordiano II (in basso)


Per poter distinguere correttamente i due imperatori sulle monete aventi la stessa legenda bisogna affidarci ad una particolarità che gli incisori della zecca di Roma riportarono fedelmente sulle monete, ma per far questo lo stato di conservazione delle monete deve essere elevato: Gordiano II era calvo, a differenza di suo padre che invece aveva una folta capigliatura! Sulle monete di Gordiano I si può notare che l’imperatore aveva la fronte cosiddetta “bassa”, cioè l’attaccatura dei capelli era in corrispondenza della fronte, un po’ più sotto rispetto la corona di alloro. Mentre se osserviamo le monete di Gordiano II si nota che l’imperatore era stempiato, e i capelli sono evidenti solo in corrispondenza delle tempie, mentre sopra la fronte si nota l’assenza di capelli. Inoltre ci sono altre piccole differenze che contraddistinguono i due imperatori, come il naso, un po’ più aquilino quello di Gordiano I, o come la rotondità delle guance e del collo, un poco più accentuata in Gordiano II.

Questa diversità iconografica, fondamentale per noi studiosi e appassionati di numismatica, denota che ancora a quell’epoca la zecca imperiale e l’arte erano indirizzate a una sorta di realismo iconografico, cosa che di lì a qualche decennio, andò a perdersi definitivamente lasciando spazio all’idealizzazione iconografica.