DAL CLASSICO AL MODERNO ALLE DECORAZIONI:
IL 7-8 GIUGNO VA IN SCENA L’ASTA BOLAFFI 

(informazione pubblicitaria) | Si svolgerà mercoledì 7 e giovedì 8 giugno l’asta numismatica primaverile Bolaffi che, presso la storica sede della casa torinese in Via Cavour 17, sarà articolata in ben quattro ricche sessioni con i seguenti orari: mercoledì 7 giugno, prima sessione ore 15.00, seconda sessione “Collezione Selene”; ore 21.00; giovedì 8 giugno, terza sessione ore 10.00, quarta sessione ore 14.30. L’esposizione dei lotti sarà effettuata da lunedì 5 giugno dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.30 presso la Sala Bolaffi di Via Cavour 17 a Torino. Il catalogo completo della vendita è online sulla piattaforma Sixbid e comprende un totale di oltre 2200 lotti tra esemplari singoli e multipli, con una varietà e qualità di materiali in grado di affascinare tutti i tipi di collezionisti.

Sessione 1: monete magno greche e greche, romane repubblicane ed imperiali, bizantine, di zecche italiane e di antichi Stati italiani (accedi qui al catalogo online su Sixbid). Un’affascinante selezione di esemplari, tra le altre, delle zecche di Taranto, Himera, Siracusa aprirà l’incanto Bolaffi offrendo ad esempio una rara 50 litre siracusana (lotto 516) del periodo di Agatocle (310-300 a.C.); all’antica Macedonia si riferiscono invece due magnifici stateri in oro, uno a nome di Filippo II e l’altro di Alessandro Magno (lotti 522 e 524) mentre per Atene viene offerto un “classico”, la tetradracma al tipo della dea Atena e della civetta (lotto 529).

La fase repubblicana di Roma è ben rappresentata soprattutto da denari in argento, alcuni di pregio e altri riuniti in interessanti lotti multipli che possono ben costituire, per nuovi appassionati, l’inizio di raccolte organiche in questo settore così vario della monetazione antica (lotti 555-559). Per Giulio Cesare, quindi, è presente anche un rarissimo aureo del 45 a.C. (lotto 564) mentre fra le imperiali spiccano altri preziosi aurei a nome di Augusto, Tiberio e Claudio, Nerone e Vespasiano, Tito, Domiziano ed altri, accanto a denari e sesterzi meritevoli di attenzione.

Passando al periodo bizantino, segnaliamo un solido per Antiochia di Valentiniano I di particolare pregio e numerosi altri esemplari in oro e lotti multipli, mentre per quanto riguarda le zecche italiane ad “aprire le danze” è un rarissimo denaro di Umberto I Delfino (1282-2307) per la zecca di Cesana (lotto 695), ben accompagnato da pregevoli monete per Casale e Messerano, genovini di alta conservazione, alcune rarità delle zecche di Bergamo e Cremona, Milano e Venezia. Per la Serenissima, tra le altre è proposta una bella lira Tron del 1472, unica nel suo genere per il ritratto dogale (loto 760). Ampia anche l’offerta di oselle, sia in argento che in oro.

Completano questa parte emissioni di Parma e Piacenza, di zecche toscane – magnifica la pezza della rosa in oro del 1717 proposta al lotto 859 – ed un ampia scelta di monete pontificie dal XV secolo in poi tra le quali due esemplari di quadrupla in oro per Alessandro VIII ai tipi, rispettivamente, dei santi Pietro e Paolo e dei buoi aggiogati all’aratro (lotti 950 e 951). Il Meridione è ben rappresentato, fra le altre, dalla splendida doppia di Carlo V (1516-1556) con ritratto coronato e al rovescio la pace con legenda MAGNA OPERA DOMINI (lotto 981). Esemplari a nome di Napoleone, del Lombardo Veneto e di altri Stati preunitari chiudono questa prima parte.

Sessione 2: Collezione “Selene” (accedi qui al catalogo online su Sixbid). Questa parte dell’asta numismatica Bolaffi comprende 190 esemplari e lotti del periodo della monetazione decimale italiana, dai primi marenghi della Repubblica Subalpina a quelli risorgimentali di Milano e Venezia ad emissioni di Gregorio XVI e Pio IX per proseguire con una scelta di monete sabaude a partire da Carlo Alberto (1831-1849). Per Vittorio Emanuele III re di Sardegna è da notare una rarissima 10 lire del 1850 zecca di Genova (lotto 1555); alle soglie dell’unificazione, 1859, risale invece la 5 lire delle Regie Provincie dell’Emilia proposta al lotto 1568. Stessa autorità emittente per le rarissime 10 lire oro del 1860 proposte al lotto 1570.

Uno dei pezzi “top” della monetazione del Regno – le 50 lire oro del 1864 – sono proposte al lotto 1596: si tratta di uno dei soli 103 esemplari di questo tipo prodotti, tanto da meritare una base di 75.000 euro. Altre importanti monete di Umberto I (come una prova dei 5 centesimi anno 1900, lotto 1618) arricchiscono la sessione che si chiude con rarità di Vittorio Emanuele III – ad esempio le 20 lire ancoretta del 1902 coniate con l’oro dell’Eritrea, lotto 1623, oppure le emissioni tipo Aquila araldica o Aratrice – ed alcuni esemplari da 100 lire in oro del Vaticano moderno e monete di San Marino.

Sessione 3: Savoia, Regno di Sardegna e d’Italia, prove e progetti, monete di area italiana e mondiali, lotti multipli, medaglie e cartamoneta (accedi qui al catalogo online su Sixbid). Ben 1051 sono i lotti di questa parte dell’incanto: impossibile, dunque, descriverli se non per sommi capi ad iniziare da Casa Savoia con magnifiche monete da 8 e 4 scudi in oro di Carlo Emanuele II (1638-1675) in coreggenza con la madre (lotti 1703-1705).

Tutta la storia della dinastia fino al 1946 viene poi ripercorsa attraverso lire, scudi, marenghi, esemplari di massimo nominale come le 100 lire oro e, in particolare per Vittorio Emanuele III, vengono proposti a seguire progetti e prove di monetazione dal particolare pregio. Progetti che, a ritroso, coprono anche la monetazione napoleonica e, in tempi più recenti, quella repubblicana italiana.

Il Vaticano post 1929 è rappresentato da una vasta selezione di 100 lire in oro e non mancano un’ampia selezione di monete estere con ampia scelta di coniazioni austro-ungariche e francesi, ma anche di Stati tedeschi e del Regno Unito. Gradevolissimo il “Golden Jubilee set” vittoriano del 1887 proposto da 4000 euro di base al lotto 2129.

Eccezionale invece – lo conferma la base d’asta fissata a 50.000 euro – la medaglia di benemerenza veneta da 40 zecchini al lotto 2274 voluta dal Senato della Serenissima nel 1756. Un’altra città marinara – Napoli – risponde simbolicamente con una serie di medaglie borboniche dell’Ottocento di sicuro interesse anche in virtù dell’elevata conservazione. Seguono lotti di cartamoneta italiana e ben 189 lotti multipli che meritano un attento esame in virtù della varietà e qualità delle monete che li compongono.

Sessione 4: decorazioni di area italiana ed estere, documentazione faleristica, insegne massoniche (accedi qui al catalogo online su Sixbid). Dei 451 lotti in catalogo, ben 150 compongono la Collezione “Santa Margherita” formata in buona parte da onorificenze dinastiche, militari e civili di del Regno d’Italia, anche in insiemi pregevoli composti da placca, medaglia da petto, miniatura e rosetta oppure da insiemi di esemplari di uno stesso Ordine o di una stessa tipologia di benemerenza. Della stessa raccolta fanno parte onorificenze pontificie e di paesi esteri, particolarmente scelte per conservazione e freschezza, nonché medaglieri personali e raccolte di miniature destinate all’uso su abiti da cerimonia.

A seguire, tra le borboniche spicca su tutte una placca da cavaliere di gran croce del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione realizzato da un mastro argentiere e smaltatore di Dresda nel 1829 (lotto 174). Per quanto riguarda le insegne di benemerenza papali, magnifico appare il collare da gentiluomo di sua santità Paolo VI in oro e smalti. Oggetto quasi unico, è offerto a partire da 12500 euro in astuccio originale al lotto 352. Aclune decorazioni europee e d’oltreoceano, interessanti insegne massoniche ed alcuni lotti multipli chiudono il catalogo.