TRA ARTE E NUMISMATICA: QUANDO IN GUERRA
VANNO FORZIERI E SALVADANAI…

(di Antonio Castellani) | Tra i tanti manufatti, opere d’arte e curiosità riguardanti il mondo della moneta – prodotti in tutto il mondo e in ogni epoca – trova spazio una bellissima e complessa incisione realizzata Pieter Van der Heyden nel 1588 su soggetto di Johannes Galle, a sua volta ispirato ad un disegno originale di Pieter Bruegel il Vecchio. Sulla falsariga della pittura rinascimentale avente per tema le grandi battaglie, l’incisione raffigura – in uno stile originalissimo e, per cosi dire, vignettistico – lo scontro tra due eserciti composti, rispettivamente, da salvadanai e casseforti animate ai quali si aggiungono, quasi come “truppe ausiliarie”, sacchi e barili ricolmi di monete. Il tutto, in una selva di lance e di spade sguainate.

Incisione dal titolo “La battaglia tra casseforti e salvadanai” ispirata a Pieter Bruegel il Vecchio, 1588 (source: web)


Nato tra il 1525 e il 1530, attivo dapprima ad Anversa, quindi in Italia e poi nei Paesi Bassi, Pieter Bruegel il Vecchio nel 1563 si sposa con Mayeken Coecke, figlia del suo maestro, e si trasferisce a Bruxelles dove vivrà fino alla morte, che lo coglie il 5 settembre 1569. A sua firma resta un vasto repertorio di opere coloratissime, in cui allegorie e simbolismi arcani dominano l’impianto compositivo, talvolta complesso fino all’inverosimile, lasciando ancora oggi senza fiato coloro che hanno la fortuna di ammirarle.

Gouden reaal in oro senza data (1521-1526) a nome di Carlo V per la Contea delle Fiandre, mm 28 (source: archive)


L’inesauribile e visionaria fantasia di Bruegel trova terreno fertile nel clima culturale seguito alla Riforma protestante e determinato dalla situazione sociale ed economica delle Fiandre del XVI secolo. Qui, infatti, si afferma più che in altre regioni d’Europa una borghesia mercantile che fonda il proprio potere sul denaro e sulla ricchezza, sui commerci e sull’accumulazione di oro e monete. Monete che, pur restando “anonime” e quindi non identificabili (su alcune si distingue una croce, su altre un cerchietto o uno scudo stilizzato), traboccano a decine dalle carcasse dei salvadanai e dei forzieri “feriti” nel cruento scontro illustrato da Bruegel. Il senso dell’incisione, evidentemente satirico, è da ricercare nella lotta per la conquista del puro potere economico, a prescindere dagli alibi morali e religiosi con i quali, all’epoca, si giustificavano tante guerre che dilaniavano il continente.

Daldre in argento da 36 sols, zecca di Bruxelles 1579. Uniface, mostra san Michele che abbatte il Diavolo, mm 42 (source: archive)


I testi leggibili in basso, nell’incisione, sono aggiunti da Johannes Galle e completano questa pregevole stampa di grande formato (cm 27,5 x 30,5 circa); suddivise in tre gruppi di due versi ciascuno, in latino e in fiammingo, mettono in guardia sulle tentazioni derivanti dalla cupidigia del denaro e sul fatto che, ieri come oggi, “l’occasione fa l’uomo ladro”.