IL TRISTE PRESENTE DELLA COLLEZIONE MAGNAGUTI

(di Amedeo Imperatori) | Penso che tutti i numismatici italiani conoscano il conte Alessandro Magnaguti, appassionato cultore e collezionista di monete e medaglie gonzaghesche.  Alessandro Magnaguti nacques nel Castello di Cerlongo di Goito, Mantova, il 21 settembre 1887 dal conte Luigi e dalla contessa Costanza Pasolini Zanelli.  Compiuti gli studi classici si laureò in Giurisprudenza all’Università di Napoli e si dedicò all’amministrazione del proprio esteso patrimonio terriero. Adempiuti gli obblighi militari di leva, quale ufficiale di Cavalleria, fu richiamato per la Grande Guerra servendo sotto le armi dal 1915 al 1918. Si occupò per tutta la vita di studi e di ricerche mantovane e gonzaghesche e di numismatica, fu studioso dell’antichità, amante della letteratura e della poesia. Il conte Magnaguti è stato accademico cirgiliano, prima socio poi presidente della Società “Amici del Palazzo Ducale”; ha dato alle stampe numerosi articoli di argomento numismatico e alcuni volumi di numismatica e di poesie prima della scomparsa avvenuta a Sermide, Mantova, nel 1966, all’età di 79 anni.

L’esempio della collezione del conte Magnaguti è espressione di un elevato livello raggiunto dal collezionismo privato, cui aveva dedicato decenni di vita. Magnaguti fu davvero un entusiasta collezionista, innamorato della numismatica al punto che, per acquistare alcuni pezzi importanti, non esitò a vendere parte dei poderi di famiglia. Il suo nome è ritornato alla ribalta poco più di vent’anni fa, nel 1995, in occasione dell’acquisto della sua importantissima collezione di monete da parte dell’allora Banca Agricola Mantovana. Gli eredi, all’epoca, cedettero la bellezza di 2018 esemplari, alcuni unici o rarissimi per il loro eccezionale interesse storico e artistico, selezionati per conservazione e varietà. Già nel 1972 la collezione era stata, del resto, dichiarata indivisibile dal Ministero dei Beni Culturali, così come la Collezione Reale messa insieme da Vittorio Emanuele III (attualmente di proprietà dello Stato che la custodisce nel Museo Nazionale Romano); queste sono, per quanto riguarda le monete dei Gonzaga, le collezioni più complete del mondo.

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Uno scorcio del medagliere Magnaguti a Mantova, fino a qualche anno fa fiore all’occhiello della numismatica italiana e ora chiuso al pubblico (source: archive)


Gli studiosi considerano le monete e le medaglie della famiglia Gonzaga di Mantova tra le più ricercate per la loro straordinaria bellezza, la loro finezza d’arte incisoria, merito soprattutto dei marchesi e duchi di casa Gonzaga che vollero a corte grandi artisti come Pisanello, Sperandio, Talpa, Cavalli, Morone, Gian Cristoforo Romano e molti altri. La collezione Magnaguti, peraltro arricchita da otto bellissimi volumi di catalogo editi dalla stessa Banca Agricola Mantovana, è stata disponibile agli studiosi e agli appassionati per una decina d’anni presso la sede del Museo, nel seminterrato del cosiddetto Palazzo del Diavolo in Corso Vittorio Emanuele 13, a Mantova. Purtroppo nel 2008 la Banca Agricola Mantovana è stata acquistata dal Monte dei Paschi di Siena e i nuovi dirigenti dell’istituto bancario hanno dato ampia dimostrazione di non essere più interessati al Museo numismatico. Da ben cinque anni, infatti, anche a causa del mancato rinnovo della convenzione con la cooperativa che gestiva gli accessi al monetiere e ne garantiva apertura, sicurezza e manutenzione, il Museo non è più visitabile. I mantovani, e tutti i numismatici, si chiedono perciò che fine farà la collezione Magnaguti. Al momento, le uniche visite possibili sono per gruppi, su appuntamento telefonico, o virtuali, attraverso le pagine del sito della Fondazione B.A.M. a questo indirizzo.