Le 10 lire, invece, ad uno stemma poligonale coronato della Repubblica, cui in basso è sovrapposto un fascio littorio orizzontale, al rovescio, il busto della patrona sant’Agata con spada e corona, e legenda IVSTITIA . SVPREMA . LEX . ESTO. La Repubblica, infine, appare sotto le vesti di un ritratto femminile rivolto a sinistra sulle 5 lire, caratterizzate al rovescio da un aratro ed un ramo d’ulivo e dal motto FORTIS . IN . TEMPERANTIA. Sul bordo di entrambe le pezzature è ripetuta due volte la parola LIBERTAS, mentre le 20 lire hanno bordo zigrinato.
Le tre monete in argento coniate da San Marino negli anni TrentaLe tre monete in argento vengono coniate dal 1931 al 1933 ogni anno con contingenti uguali: 50 mila pezzi da 5 lire, 25 mila da 10 e 10 mila da 20. Nel 1935 si ha una massiccia produzione di pezzi da 5 lire (200 mila) mentre delle 10 lire vengono coniati 30 mila pezzi e 10 mila della moneta da 20 lire. Negli anni seguenti, fino al 1938, i contingenti invece saranno i seguenti: 20 lire, 5 mila pezzi nel 1936, 2500 nel 1937 e altrettanti nel 1938; 10 lire 15 mila pezzi nel 1936, 20 mila nel 1937 e 10 mila nel 1938; 20 lire, 5 mila pezzi nel primo anno, 2500 nel secondo e nel terzo.
Nel 1936, anno di debutto in Italia della nuova serie monetale Impero, anche San Marino torna a coniare nuovi spiccioli in rame “pantografando”, per così dire, i 10 e i 5 centesimi emessi tra fine Ottocento e inizio Novecento. Stemma di Stato al dritto, valore con data e fascio littorio al rovescio, in linea con le monete di pari valore del Regno d’Italia i due tipi pesano rispettivamente 5,40 e 3,25 grammi ed hanno diametri di 22,5 e 19,5 millimetri. Del 5 centesimi vengono coniati 400 mila pezzi nel 1936e 200 mila l’anno per i due anni seguenti; i 10 centesimi, invece, vedono una produzione di 300 mila esemplari il primo anno e di 400 mila l’anno nel 1937 e nel 1938. L’approssimarsi della Seconda Guerra Mondiale porta all’interruzione delle emissioni, che riprenderanno solo nei primi anni Settanta con una nuova stagione all’insegna dell’arte e del collezionismo.
Due esemplari Fdc rame rosso dei 5 e 10 centesimi del Titano datati 1936