VASI, MONETE E BOMBE A MANO: LE FIAMME GIALLE SCOPRONO “MUSEO ABUSIVO” A CREMA

documents-button(di Mathias Paoletti) | Si è svolta mercoledì 11 novembre, presso la Sala “Pietro da Cemmo” del Museo Civico di Crema e del Cremasco, la consegna da parte delle Fiamme Gialle di un insieme di beni d’interesse storico e archeologico, sequestrati nel corso di una recente indagine, al patrimonio pubblico. I reperti sono stati individuati lo scorso anno dalla Guardia di Finanza di Crema e dopo essere stati sottoposti al vaglio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, sono stati dichiarati autentici e d’interesse archeologico. Rinvenuti all’interno di un’abitazione privata, i ritrovamenti sono il frutto di anni di ricerche personali svolte da un cittadino residente nella provincia il quale, appassionato di monete e armi antiche e moderne, senza l’autorizzazione del Mibact e violando la normativa legge, non avendone mai denunciato la scoperta li aveva illegalmente recuperati e, in parte, commercializzati via internet.

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Parte dei reperti recuperati dalla Guardia di Finanza nella “casa museo” abusiva di Cremona (source: web)


Ben 1351 le monete sequestrate, risalenti in parte al periodo romano tardo-repubblicano e imperiale (II secolo a.C. – V secolo d.C.) e in parte all’epoca medievale e moderna, specchio della circolazione monetaria in Lombardia dall’età antica fino a tempi recenti. Ai reperti numismatici si aggiungono i manufatti metallici che vanno dall’età protostorica (X secolo a.C.) a quella romana (V secolo d.C.) comprendenti fibule bronzee, anelli, punte da balestra, pesi di piombo a forma di testa femminile, medagliette devozionali, nonché un piatto risalente al V sec. a.C. e due anfore di produzione attica o magnogreca e provenienti da scavi clandestini nell’Italia meridionale. A completare l’eterogeneo “museo privato” (e illegale) anche un migliaio di residuati bellici tra cui spiccano palle da moschetto in piombo, proiettili di cannone di età napoleonica e risorgimentale, elmetti e bombe a mano della Grande Guerra.

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Le autorità cittadine prendono in consegna dalle Fiamme Gialle monete, vasi e reperti: saranno presto esposti al pubblico (source: web)


Al termine del processo che ha visto imputato l’attivissimo “cercatore di tesori”, Lisa Saccaro, magistrato della Procura di Cremona che ha coordinato le indagini, ha disposto che i beni venissero restituiti al Ministero affinché potessero rientrare definitivamente nel patrimonio archeologico nazionale. In sinergia con l’Amministrazione comunale, si è cercato di trovare il luogo migliore per far sì che una parte dei reperti possa essere reso fruibile alla collettività. Pertanto, su proposta della Tenenza della Guardia di Finanza di Crema, la Soprintendenza ha affidato tutti i reperti al Museo Civico di Crema e del Cremasco dove, almeno in parte, saranno esposti in modo permanente.