UN’INTERESSANTE FALSIFICAZIONE D’EPOCA
DELLA TRILLINA MILANESE DI FRANCESCO I

(di Antonio Rimoldi) | La moneta falsa ha origine con quella buona. O, meglio, la moneta falsa viene prodotta non appena è possibile mettere le mani su un pezzo genuino da usare come prototipo. Ma cosa falsificare? Possibilmente una moneta di valore non troppo elevato – e quindi controllata – ma nemmeno troppo basso, in modo da poter lucrare maggiormente sulla produzione illecita recuperando in breve tempo le prime spese fisse di produzione. Risulta pertanto molto difficile reperire falsificazioni di moneta spicciola, falsificazioni come quella oggetto di questo scritto.

Esemplare genuino di trillina coniata dalla zecca di Milano a nome di Francesco I (source: archive)


Il Ducato di Milano non era mai stato immune dalla circolazione di moneta falsificata, il fenomeno – già presente in età viscontea – si era decisamente accentuato in età sforzesca ed in special modo a partire dal periodo del governo di Galeazzo Maria Sforza (1468-1476). Logicamente il periodo di caos politico coincidente con lecosiddette “Guerre d’Italia” non portò ad un miglioramento della situazione, anzi, le monete fuoriuscite da zecche clandestine iniziarono a girare sempre più spesso nelle mani dei milanesi. Le falsificazioni di questo periodo più note agli appassionati di monete di Milano sono certamente i grossi “regali” coniati da Ludovico XII d’Orleans (1500-1513), del valore pari a soldi 6 (Crippa 6; MIR 239) e soldi 3 (Crippa 10; MIR 243). Si tratta, a dimostrazione di quanto detto in apertura, di due nominali con un potere d’acquisto medio, né massimali né “moneta nera”.

Rompe prepotentemente questo modello la falsificazione della trillina (Crippa 6; MIR 264) emessa da Francesco I d’Angoulême (1515-1522) reperita, nell’ambito di questa ricerca, in due esemplari provenienti dai medesimi conii. La falsificazione è evidente dallo stile; le impronte sono infatti corrette ma poco curate, i cerchi perlinati risultano in alcune zone solo abbozzati e le legende – seppur corrette – dai tratti molto incerti. Allo stesso modo risultano prive della grazia tipica dei pezzi “buoni” sia la F coronata al diritto sia la croce fiorata al rovescio. Altro elemento che denuncia la falsità del pezzo è il dato ponderale, grammi 0,25 contro i grammio 0,80-1,06 (range riportato dal MIR) delle monete originali. La moneta può essere così descritta: D/ + F[…] RANC[…] EX,, grande F coronata e accostata da due apici; R/ (giglio) MED[…]ANI DVX […].

Esemplare falsificato, dal rozzo stile e dal peso assai ridotto, della trillina (source: author)


Falsificare una monetina “del popolo”, senza lucrare sull’intrinseco ma solo sul peso del metallo… il gioco valeva la candela, considerando anche le pene del tempo connesse al reato di produzione di moneta falsa? Questa monetina oggi ci dice che parrebbe proprio di sì! Si tenga conto, infine, che il dato ponderale della falsificazione è stato rilevato analizzando solamente il peso dell’esemplare illustrato in questa sede, in quanto l’altro esemplare a noi noto, parte di una collezione privata milanese, è in condizioni di conservazione talmente basse da non poter fornire un dato significativo.

Bibliografia essenziale

C. Crippa, “Le monete di Milano dai Visconti agli Sforza dal 1329 al 1535”, Milano 1986.

A. Toffanin, “Monete Italiane Regionali”. Milano, Pavia 2013.