PARTE DA POMEPI UNA SERIE (TUTTA D’ORO) PER I SANTUARI PONTIFICI

documents-button(di Roberto Ganganelli) | Pompei, Padova e Loreto: in tre anni, altrettante basiliche pontificie “delegate”, tre santuari italiani che attirano ogni anno milioni di pellegrini da tutto il mondo. saranno protagonisti delle monete da 20 e 50 euro in oro dello Stato della Città del Vaticano. Una tematica – quella chiamata Santuari della Cristianità – che, anno per anno, si svilupperà su entrambi i tagli seguendo un’impostazione particolare e dedicando il rovescio della moneta di maggior valore (e di maggior modulo) ad una veduta esterna dell’edificio di culto celebratp, riservando la moneta più piccola all’icona sacra che lo contraddistingue. Come dire, la bellezza architettonica del contenitore che si unisce, celandolo e svelandolo al tempo stesso, al mistico fascino del contenuto. Il tutto, sotto il segno dell’arte e della fede.

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Quest’anno, l’Ufficio Filatelico Numismatico del Governatorato ha deciso di celebrare il Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario di Pompei, la cui storia inizia con il beato Bartolo Longo (1841-1926) il quale, oltre a dedicare la sua vita al servizio dei bisognosi, istituì la raccolta fondi – detta “un soldo al mese” – finalizzata alla costruzione del primo impianto della futura Basilica di Pompei. Meta di visite da parte di vari pontefici, la basilica ospita il venerato dipinto della Madonna di Pompei, derivato da un originale della scuola di Luca Giordano (XVII secolo) e restaurato, con riadattamenti, dal pittore napoletano Federico Maldarelli. L’esterno dell’edificio è imponente per le arcate della facciata, la svettante torre campanaria, la cupola. Ogni anno, oltre quattro milioni di fedeli vi si recano in visita ed in particolare nei giorni dell’8 maggio e della prima domenica di ottobre è possibile assistere ad una folla di decine di migliaia di persone che recita insie­me la “Supplica alla Madonna di Pompei” scritta proprio dal beato Bar­tolo Longo.

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All’icona è stata dedicata dal Vaticano la moneta da 20 euro in oro che, oltre al santo padre raffigurato nell’atto di saluto ai fedeli, riproduce un particolare della rappresentazione del dipinto, conservato proprio a Pompei, ove la Vergine e Gesù Bambino, con le teste coronate in un’aureola di stelle, porgono la corona del Rosario ai santi Domenico e Caterina da Siena. Il 50 euro in oro, invece, porta impressa l’immagine di papa Francesco assorto in ginocchio in preghiera con un rosario in mano; sul retro la moneta reca invece la stilizzazione dell’imponente architettura cui è dedicata l’emissione. I 20 euro in oro fondo specchio sono al titolo di 917 millesimi, pesano 6 grammi per 21 millimetri di diametro, hanno bordo zigrinato e sono stati coniati su modelli di Chiara Principe con conii incisi da Uliana Pernazza; ognuno dei 2400 esemplari prodotti ha un costo alla fonte di 330 euro. Per quanto riguarda la prestigiosa pezzatura da 50 euro, invece, Daniela Fusco ha realizzato i modelli, poi incisi da Valerio De Seta; la moneta, al medesimo titolo di metallo dei 20 euro, pesa 15 grammi per 28 millimetri di diametro ed è stata battuta dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in 2300 esemplari fondo specchio, con bordo zigrinato. Le due monete hanno un costo alla fonte, rispettivamente, di 330 e 840 euro.

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