PAROLE E MONETE: QUELLE DUE COLONNE
SIMBOLO DI UN POTERE “OLTRE OGNI LIMITE” 

(di Roberto Ganganelli) | Le Colonne d’Ercole: nella letteratura classica occidentale il limite estremo del mondo conosciuto. Oltre che un concetto geografico, fin dall’antichità con questa espressione è stato metaforicamente indicato anche il concetto di limite ammesso dell’umana conoscenza. Geograficamente, invece, le Colonne d’Ercole sono state collocate in corrispondenza di Gibilterra e del Jebel Musa (oppure del Monte Hacho) che sorgono rispettivamente sulla costa europea e africana, al limite tra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico e un tempo chiamate Calpe e Abila. Ad esse, fin dall’antichità si associa un motto latino, “Non plus ultra” (“Non più avanti”) che sarebbe stato scelto niente meno che dallo stesso Ercole. Secondo la mitologia, in una delle sue dodici fatiche, egli giunse sui monti Calpe e Abila considerati i limiti estremi del mondo, oltre i quali era vietato il passaggio ai mortali. Separò così il monte che vi si trovava in due parti (le due Colonne d’Ercole, per l’appunto) e vi incise la celeberrima iscrizione.

Quarto di scudo coniato a Milano da Carlo V con al rovescio le Colonne d’Ercole (source: iNumis)


Una legenda – PLVS VLTRA – che, nella numismatica italiana, fu riutilizzata in particolare da Carlo V d’Asburgo (1500-1558) sia come imperatore e re di Napoli e di Sicilia che come imperatore e duca di Milano, in varie forme. A Milano – ci ricorda Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete” – fu apposta sul doppio scudo d’oro, sul testone (quarto di scudo per Crippa) e sul denaro da 8 soldi (al dritto). Su queste monete ritroviamo le celebri Colonne d’Ercole avvolte da fascia su cui è scritto il motto, tra le colonne vi è una mitria imperiale (doppio scudo d’oro, 8 soldi), mentre le colonne d’Ercole con fascia su cui è scritto il motto, e sopra la data figurano sul testone.

Cavallo della zecca di Napoli con il motto PLVS VLTRA (source: Bertolami Fine Arts)


Nella forma raddoppiata, PLVS VLTRA PLVS VLTRA, quasi fosse un’esortazione a superare ogni limite imposto, il motto si riscontra invece su monete per Messina (denaro o picciolo, Colonne d’Ercole sul mare con fascia), L’Aquila (cinquina e cavallo; nel giro, nel campo due colonne coronate sul mare legate da un nastro con in mezzo un trifoglio, al D/ il Toson d’Oro sospeso a due rami di alloro sulla cinquina, al D/ croce potenziata e IVSTVS REX sul cavallo) e Napoli (cinquina, denaro e cavallo).

Cinquina della zecca di Napoli con le Colonne d’ERcole al dritto (source: Bertolami Fine Arts)


Per quanto riguarda le coniazioni napoletane, nella cinquina la legenda si trova nel giro, con nel campo due colonne coronate e legate da un nastro sulle onde, in mezzo una foglia, al D/ il Tosone sospeso a due rami di alloro e nel giro R(ex) ARAGO(nae) VTRIVS(qve) SI(ciliae), sul denaro tra le due colonne PLVS / VLTRA e nel giro CAROLVS V IMPERATOR, con al R/ croce potenziata e HISPANIARVM ET VTRIVS(qve) S(iciliae) R(ex) e sul cavallo come nelle cinquine, ma con al D/ REX IVSTVS. Due colonne e un motto ripetuti infinte volte, anche su coniazioni di altri paesi (ad iniziare dalla Spagna) nonchè su medaglie, bassorilievi, architetture e opere d’arte a simboleggiare la potenza imperale di Carlo V d’Asburgo estesa – grazie alle esplorazioni oceaniche – su due continenti e sulla quale non sarebbe dovuto mai tramontare il sole.