PAROLE E MONETE:
“DA’ A TUTTI IN ABBONDANZA”

(di Roberto Ganganelli) | La fontana di Piazza Santa Maria in Trastevere, a Roma, venne realizzata davanti all’omonima basilica da Donato Bramante, con perfezionamenti successivi da parte del Bernini e di Carlo Fontana, sull’impianto di una preesistente fonte di epoca imperiale. Quella che è considerata la fontana romana più antica ancora in funzione era alimentata dall’Aqua Alsietina, l’acquedotto che Augusto aveva fatto edificare nel 2 a.C. per l’alimentazione del lago artificiale destinato alle naumachie, gli spettacoli di combattimenti navali realizzato a Trastevere.

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La bella piazza romana di Santa Maria in Trastevere con la basilica omonima e la celeberrima fontana (source: web)


Il primo intervento sui resti del monumento romano sembra si possano far risalire alla fine dell’VIII secolo, ad opera di papa Adriano I. Da allora non si hanno notizie fino al 1450, quando, per volontà di papa Niccolò V, in occasione del Giubileo venne eretta una vasca quadrata su gradini al centro della quale, su un piedistallo con balaustri, vi erano due catini circolari di diversa dimensione. Restaurata tra il 1496 e il 1501 dal Bramante – che aggiunse al catino superstite ornamenti a forma di testa di lupo dalle cui fauci l’acqua cadeva nella vasca di base, a fine XVI secolo venne rimaneggiata da Giovanni Fontana, che cambiò la forma della vasca da quadrata ad ottagonale. Nel 1604 un ramo secondario dell’Acqua Felice sostituì nell’alimentare la fontana, l’ormai inadeguata Aqua Alsietina. Poi fu la volta dell’Acqua Paola il cui uso richiese lo spostamento dall’originaria posizione fino al centro della piazza. Questa volta l’opera fu affidato al Bernini, che nel 1658 completò la nuova fontana, innalzandola su gradini, ponendo sui lati della vasca ottagonale un’epigrafe commemorativa e gli stemmi di papa Alessandro VII e aggiungendo quattro conchiglie su lati alterni, con le valve aperte rivolte verso l’esterno, dalle quali fuoriusciva l’acqua prima di cadere nella vasca maggiore.

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Un eccezionale e rarissimo esemplare di quadrupla papale del 1694 con veduta della fontana al rovescio (source: Numismatica Ars Classica)


Un successivo intervento, a fine Seicento, porta la firma di Carlo Fontana, che ampliò la vasca realizzandola in travertino e si concentrò sull’ornamentazione delle quattro grosse conchiglie da cui far uscire l’acqua sostituendo le precedenti, più piccole. A questo periodo – esattamente al 1694 – risale una delle quadruple in oro più belle della serie pontificia, quella fatta coniare da Innocenzo XII Pignatelli (1691-1700) col proprio ritratto al dritto e, al rovescio, la fontana – perfetta ed elegante nella sua simmetria – col motto DAT OMNIBVS AFFLVENTER. Le parole, “Dà a tutti in abbondanza”, sebbene letteralmente riferite alla preziosa acqua fornita ai trasteverini dal monumento, nella fonte originale da cui provengono (la “Lettera” di Giacomo, cap. 1, v. 5) si riferiscono a Dio, che dispensa grazia e aiuto a tutti i suoi figli. Ce lo ricorda Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete”.