NUMERAZIONI ALFABETICHE, PROGRESSIONI NUMERICHE E MONETE GRECHE

documents-button(di Federico De Luca) | Numerazioni alfabetiche e progressioni numeriche sulle monete greche? Fino a qualche mese fa ipotizzare qualcosa del genere era semplicemente impensabile, ma il mio libro “I numeri svelati. Alla scoperta delle notazioni numeriche riportate sulle monete greche” (Editrice Diana), interpretando come numeri i monogrammi riportati su molte serie monetali greche (da alcune emissioni di Alessandro il Grande ad alcune di Tolomeo I Soter, dalle serie di Atene nel nuovo stile a quelle di Velia e di altre città della Magna Grecia, da alcune emissioni di Siracusa ad alcune di Corinto), ha fornito nuovi spunti di riflessione e nuovi filoni d’indagine, ancora tutti da approfondire. La posta in gioco è molto interessante: la migliore comprensione dei monogrammi riportati sulle monete greche e la determinazione, almeno in alcuni casi, dei volumi di moneta emessi nell’antichità.

A proposito di numerazioni alfabetiche è noto il sistema che gli eruditi alessandrini adottarono nella prima metà del III secolo a.C. per numerare i 24 canti dell’ “Iliade” e i 24 canti dell’ “Odissea”: la numerazione dei canti con le 24 lettere dell’alfabeto (A-Ω). L’uso di numerazioni alfabetiche è attestato inoltre “in molti testi dì inventari, su blocchi di edifici che conveniva distinguere per facilitarne la messa in opera, su tessere personali per indicare l’appartenenza dei rispettivi titolari a determinate categorie” (M. Guarducci, “L’epigrafia greca dalle origini al tardo impero”, IPZS, Roma 2005, p. 87).001

Quello che non è noto è il fatto che numerazioni alfabetiche si riscontrano anche sui tetradrammi ateniesi del “nuovo stile” coniati dal 196 all’86 a.C. Questi tetradrammi al dritto recano il ritratto di Atena Parthenos ispirato alla statua crisoelefantina di Atena realizzata da Fidia e collocata nel Partenone, mentre al rovescio presentano la civetta della dea Atena appollaiata su un’anfora panatenaica, vale a dire una delle anfore piene di olio ricavato da olivi di proprietà del tempio di Atena che venivano conferite in premio ai vincitori delle gare sportive che si svolgevano in occasione delle feste panatenaiche, celebrate ad Atene fra tutti i Greci di origine ionica ogni quattro anni.

Così l’emissione di tetradrammi del 166-165 a.C., contraddistinta dal simbolo di un’ancora affiancata da una stella, si divide in undici porzioni contraddistinte dalle lettere che si susseguono da A a Λ, riportate al rovescio al di sopra dell’anfora (fig. 1). In questo sistema così ben congegnato evidentemente ogni singola “tranche” dell’emissione, contrassegnata da una diversa lettera dell’alfabeto, era predestinata ad essere formata da un numero ben preciso di monete. Ma qual era il numero di monete rientrante in ogni singola porzione d’emissione?002