IL MILLENARIO DI ROMA (LUDICO E
RELIGIOSO) NELLE MONETE DI FILIPPO I | 2

(di Alessandro Cattaneo) | Per quanto riguarda le monete legate al Millenario della fondazione di Roma, dopo aver analizzato le coniazioni a tema ludico ci appare più innestata nella tradizione la seconda serie monetale di Filippo, quella che promuove l’aspetto politico-religioso delle celebrazioni: essa comprende, oltre alla già menzionata serie con la lupa nell’atto di allattare i gemelli, le raffigurazioni del cippo sacro, quella del tempio con al centro la statua di Roma (in entrambi i casi la legenda è SAECVLVM NOVVM) e, limitandosi a rari multipli, la scena del sacrificio. Tralasciando il soggetto della lupa nell’atto di allattare i gemelli Romolo e Remo, per il quale la fortuna del tema, sia precedentemente che in seguito, è ben nota (la troviamo su emissioni di molti imperatori, ad esempio in età flavia e antonina, ma anche in seguito con Costantino). Basti solo tener presente che in esso è evidente il desiderio di accennare alla leggenda della fondazione della città eterna, richiamandosi al passato mitico ed eccezionale di Roma per augurarsi un futuro altrettanto radioso.

Diapositiva1Più interessante è la serie con il cippo, per il quale tuttavia non è dato sapere con certezza cosa esso rappresentasse; alcuni pensano che possa essere il famoso Miliario Aureo, ovvero una colonna marmorea rivestita di bronzo dorato, innalzato presso il Tempio di Saturno, all’estremità occidentale del Foro Romano; venne eretto da Augusto nel 20 a.C., quando divenne “Curator Viarum”. Era collocato simmetricamente al cosiddetto “Umbiculus Urbis”, il centro di Roma, rispetto all’arco dei Rostra. Al monumento sono stati attribuiti un rocchio di fusto di colonna in marmo del diametro di 1,15 m che recava incassi interpretati come le tracce dell’apposizione di un rivestimento metallico e un basamento in muratura, situato all’estremità dei Rostra verso il tempio di Saturno, identificato alla fine dell’Ottocento. Al rivestimento di questo basamento, sopra il quale sarebbe sorta la colonna, furono attribuiti alcuni frammenti marmorei, un fregio con “antemio” e uno zoccolo. La ricostruzione più diffusa, secondo la quale vi sarebbero state incise a lettere dorate le distanze tra Roma e le principali città dell’impero sembra priva di riscontri nelle fonti ufficiali, forse si trattava piuttosto di un monumento celebrativo del rivestimento della carica di “Curator Viarum” da parte di Augusto, però la tradizione ricorda la Colonna come un itinerario in partenza da Roma. Il tipo del cippo ha una discreta tradizione nell’ambito monetale romano, molto spesso in riferimento proprio con i “Ludi saeculares”: infatti seppur con minime varianti, era comparso su tutte le emissioni per i Ludi anteriori al 248 (e lo si ritroverà anche in seguito sulle emissioni di Gallieno e Massimiano). Richiamava, ad esempio, una delle emissioni di Augusto emesse in occasione dei suoi famosi secolari; anche Domiziano riprese il tema del cippo, ma la rappresentazione è più complessa (notiamo la presenza di un candelabro e di un araldo); la stessa cosa si può dire per le monete di Settimio Severo, il quale fa aggiungere Ercole e Bacco (o Liber Pater), le due divinità protettrici della città di origine dei Severi, ovvero Leptis Magna; con questo richiamo pertanto, si vuole dare importanza all’imperatore e alla sua famiglia. La similitudine fra tutti questi tipi fa propendere per due eventualità: o Filippo fece egli pure incidere su di un pilastro un’iscrizione che ricordasse i suoi ludi e la moneta alludeva a tale circostanza; oppure, più probabilmente, il cippo era oramai diventato un simbolo ben riconoscibile da tutti, ela ragione della scelta potrebbe quindi risiedere nel desiderio di avvicinarsi idealmente a Augusto e agli imperatori precedenti. La stessa leggenda MILIARIVM SAECVLVM, poi, pone in rilievo l’eccezionale, forse irripetibile circostanza del compiersi per la città di Roma di un ciclo di mille anni.Il termine secolo viene spesso usato solo come sinonimo di “lungo periodo di anni”, solitamente indeterminato, tanto che il termine ricorre spesso. La durata di quello del 248 è indicata proprio dall’aggettivo MILIARIVM.

Diapositiva2Diverso è il caso dell’emissione con il tempio. Innanzitutto la leggenda SECVLVM NOVVM, mai era stata usata prima di questa occasione, illumina sulle rappresentazioni di Filippo che inneggiava alla nuova era. Il tempio rappresentato è quasi certamente quello di Venere e Roma; anche se il numero delle colonne sulle monete varia da 6 a 8, in realtà l’edificio era decastilo, ma solo le monete di Adriano e Antonino Pio riprodussero fedelmente la facciata. Era il centro delle cerimonie collegate con il culto dell’“Urbs” e, sulle monete, simbolo stesso di Roma Aeterna; il tipo di Filippo allude esplicitamente al fatto che la città di Roma, concluso il primo millennio,  iniziava quell’anno stesso un nuovo periodo, forse un secondo “miliarium”, che ci si augurava potesse essere più prospero di quello appena concluso. Lo stesso tempio, sempre per quel che riguarda i “Ludi saeculares”, lo ritroviamo ad esempio su alcune emissioni di Domiziano e di Settimio Severo: in queste, però, la struttura templare rappresentava solo una quinta architettonica davanti alla quale avevano luogo i sacrifici cruenti e incruenti previsti dal rituale secolare, officiati dall’imperatore. Filippo I, adottando una versione molto semplificata del tipo monetale elaborato in età antonina, si limita invece a riprodurre la facciata del tempio e la statua cultuale della dea seduta in trono, con scettro e forse una victoria nelle mani, posta fra l’intercolumnio centrale.

Diapositiva3Il tempio ritorna come elemento anche nel medaglione con la scena del sacrificio: al R/ abbiamo l’iscrizione SAECVLVM NOVVM e Filippo, stante  a s., sacrifica di fronte al figlio su di un altare acceso collocato sul fronte di un tempio a sei colonne. Dietro un personaggio stante; in secondo piano un suonatore di flauto. Anche per la scena del sacrificio è possibile trovare dei precedenti nelle emissioni degli imperatori precedenti ed in particolare di Domiziano. Il riferimento è ad uno dei vari sacrifici che venivano effettuati durante le celebrazioni per ingraziarsi il favore divino.

Diapositiva4Il tema politico-religioso, pertanto, aveva sicuramente un significato più profondo e pregnante nella propaganda numismatica del tempo. Grazie alle monete si voleva diffondere per tutto l’Impero l’ideologia della eternità di Roma, associata con quella del potere imperiale (concetto di origine classica, qui ampiamente rivisitato). Questa eternità dipendeva largamente dal fatto che Roma poteva, attraverso l’imperatore, interpretare tutte le migliori energie divine che percorrevano l’Impero. Un’eternità alla quale Filippo fa anche esplicito riferimento sulle serie monetali seguenti a quelle del millenario, che presentano la legenda AETERNITAS AVGG o ROMAE AETERNAE. Un’eternità che solo l’imperatore e la sua famiglia avrebbero potuto fornire, sull’esempio dei grandi padri del passato

Diapositiva5Lo “speculum miliarum”, concludendo, fu un insieme di liturgie e di cerimonie religiose e ludiche, orchestrate mirabilmente e destinate a rendere famosissimo il breve regno di questo principe.La celebrazione di Filippo, quindi, non mirava solo a ricordare il passato con le allusioni alla fondazione di Roma, ma aveva pure lo scopo di far riflettere sull’avvenire. Quale evento migliore di un millenario, dunque, per poter celebrare l’eternità della Dea Roma, per organizzare dei magnifici spettacoli e, contemporaneamente, per glorificare le propria dinastia come portatrice di un nuovo periodo aureo?

(leggi qui la prima parte)

Bibliografia essenziale

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