GLI 800 ANNI DELLA MAGNA CARTA E QUELLA FIRMA CONTESTATA

documents-button(di Duccio De Rosa) | E’ certamente uno dei documenti più importanti nella storia dell’umanità. La Magna Carta (“Magna Charta Libertatum”) è l’atto formale rilasciato il 15 giugno 1215 a Runnymede, sulle rive del Tamigi,  con cui il re John Lackland (Giovanni Senza Terra) fu costretto a riconoscere, ai baroni e al clero, determinati  principi di libertà. Essa rappresenta il cardine delle libertà costituzionali inglesi e il punto di partenza per lo sviluppo della moderna democrazia. L’800° anniversario di quell’evento è ricordato dalla Royal Australian Mint con una moneta da 20 centesimi in cupronichel (g 11,30, mm 28,52, tiratura 30 mila pezzi Fdc) che raffigura sul rovescio il sigillo originale di re Giovanni apposto sulla Magna Carta nel 1215. Sul dritto campeggia il consueto profilo di Elisabetta II. La moneta è presentata incapsulata su una scheda che contiene informazioni storiche e dettagli tecnici dell’emissione ed è stata posta in vendita dal 2 marzo.

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L’Australia rende omaggio alla Magna Carta e ai suoi otto secoli di storia (source: Royal Australian Mint)
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Il folder con i 20 centesimi celebrativi (source: Royal Australian Mint)


Per prima, tuttavia, e non poteva essere altrimenti, l’anniversario è stato celebrato dalla Royal Mint con una bimetallica (g 12,00, mm 28,40) in qualità fior di conio e con nominale di 2 sterline presentata in folder accompagnato da un opuscolo informativo. Firmato da John Bergdahl, il disegno del rovescio si ispira all’arte medievale e rappresenta, sotto forma di un sigillo reale, il re Giovanni che ha la Magna Carta nella mano sinistra, una penna d’oca in quella destra e, ai lati, un vescovo e un barone. Un disegno di grande impatto e un prodotto di notevole fattura che si allinea agli standard di alta qualità della zecca reale inglese. All’uscita del prodotto sul mercato è però scoppiata la polemica.

003La bimetallica da 2 sterline coniata dalla Royal Mint e contestata dagli storici (source: Royal Mint)

Lo storico Marc Morris ha riscontrato un’evidente imprecisione storica nel disegno di Bergdahl accusando l’artista di essere stato inaccurato nella preparazione del bozzetto in quanto re Giovanni non firmò la Magna Carta, ma vi appose semplicemente il sigillo reale per accettare ed autenticare quel documento. La polemica è subito montata ed ha trovato largo spazio sui media britannici. La Royal Mint, dal canto suo, pur non riconoscendo l’errore si è affrettata ad emettere un comunicato ufficiale in cui dichiara che il disegno utilizzato è “una semplice rappresentazione visiva dell’evento storico e non la sua reale raffigurazione”, ammettendo che quel documento fu sigillato da re Giovanni e non fisicamente firmato dal sovrano.

004Giovanni Senza Terra firma con la penna la Magna Carta: un refuso storico che si ripete anche sulla confezione della moneta (source: Royal Mint)


Insomma, un “caso” che ha posto sotto i riflettori un prodotto numismatico, al di là dei suoi indubbi pregi artistici, attirando su di esso l’attenzione e l’interesse di un pubblico ben più vasto di quello della  normale cerchia dei collezionisti. Per una volta, un “refuso numismatico” è servito a qualcosa…