Il gallo di Eracle sulla dracma di Himera

L’animale sacro ad Eracle rimase sulla monetazione di Himera fino alla sua sconfitta.

Un gallo che avanza verso destra dentro un cerchio perlinato e una gallina all’interno di quadrato incuso. È un’iconografia ricorrente nelle coniazioni a cavallo fra quinto e quarto secolo a.C. a Himera.

Oggi Termini Imerese, nella città metropolitana di Palermo, Himera era una colonia calcidese della Sicilia centro-settentrionale, al centro dell’ampio golfo tra i promontori di Cefalù e Termini Imerese e a ridosso della foce del fiume Imera. Fondata nel 648 a.C. dai dori di Zancle, non fu “splendida” come altre poleis siciliane, ma le ricerche archeologiche provano che fu un centro dinamico, ben inserito nei circuiti commerciali del Mediterraneo, culturalmente matura – il poeta lirico Stesicoro vi risiedette fra la fine del VII secolo e la prima metà del VI a.C.– e con una propria autonomia artistica.

Poco citato dagli storici antichi, il suo nome è legato alla battaglia di Himera del 480 a.C.: nello stesso giorno in cui i greci d’oriente sconfiggevano a Salamina i “barbari” di Persia, Imeresi e Agrigentini vincevano i “barbari” di Cartagine, dando inizio a decenni di splendida fioritura della cultura greca di Sicilia.

La città era molto legata al culto di Eracle, capostipite dei dori e soprattutto primo e leggendario “cliente” delle sue acque termali. Raccontava il mito che durante la visita della Sicilia, Eracle, giunto nei pressi di Himera, fosse stato accolto dalle ninfe che fecero scaturire fonti di acqua calda affinché si rinfrancasse dalle fatiche del viaggio, prima di riprendere le sue imprese. Imprese raffigurate su numerosi frammenti di altorilievi provenienti dal cosiddetto tempio B di Himera, dove il culto dell’eroe era particolarmente sentito.

Anche la monetazione conferma l’affezione della città per il semidio. Il gallo raffigurato sulla dracma d’argento era un animale sacro a Eracle. Secondo gli studiosi, la moneta sarebbe stata battuta prima della cacciata del tiranno Terillo da parte del collega di Agrigento, Terone, nel 484-483 a.C. Dopo il cambio di governo, la monetazione di Himera sarebbe infatti cambiata passando dal sistema ponderale di Egina a quello attico di Solone. Contemporaneamente la gallina scomparve dall’iconografia ricorrente, sostituita dal granchio, simbolo di Agrigento, nella cui orbita Himera confluì fino alla distruzione nel 409 a.C. per mano dei cartaginesi di Amilcare. Da allora Himera perse la l’autonomia monetaria.