ERIK XIV IL PAZZO, NILS STURE E LA RIVOLTA DELLE “MONETE INSANGUINATE”

documents-button(di Ursula Kampmann) | “Blodsklippingar” è un termine numismatico svedese che indica alcune particolarissime monete che raccontano la storia di uno dei periodi più bui della storia del paese scandinavo: un dramma in costellato da faide fratricide e rivolte, da un grande amore e donne coraggiose, da follia, passione e brama di potere… In poche parole, tutto ciò che si ritrova così spesso anche nella numismatica. Protagonisti della storia sono il re svedese Erik XIV (1533-1577, sul trono dal 1560 al 1568) e un personaggio a nome Nils Sture. La famiglia Sture, all’epoca, era una delle più influenti in Svezia; numerosi suoi membri erano stati governatori imperiali, la stessa posizione in cui Nils Sture serviva il re. Durante il suo incarico Nils visitò molti tribunali in tutta Europa per rappresentare gli interessi della Svezia, ma improvvisamente Erik XIV decise di far arrestare questo diplomatico cosmopolita senza esitare a farlo torturare e a condannarlo a morte solo perché il suo astrologo gli aveva predetto che “un uomo con i capelli biondi” gli sarebbe succeduto.

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Ritratto del re svedese Erik XIV Vasa (source: Wikipedia)


Erik XIV Vasa, tuttavia, si rese conto che a causa di queste deplorevoli decisioni si era alienato l’appoggio della potente aristocrazia svedese. Quindi perdonò Nils Sture, permutando la condanna ad una sorta di “pubblica gogna” e obbligando il presunto nemico a girare per le strade di Stoccolma indossando una corona di paglia in testa per bandirlo, infine, dalla Svezia. Sostenitori e amici Nils si riunirono per manifestare al diplomatico, caduto in disgrazia, la propria solidarietà e salutarlo prima dell’esilio. La festa di addio, tuttavia, era destinata a trasformarsi in un tragico appuntamento; gli invitati, infatti, come si può supporre non furono certo benevoli nelle opinioni espresse sul sovrano il quale, sospettando una vera e propria cospirazione, fece torturare un paggio che, ovviamente, ammise ogni cosa. I “cospiratori” furono allora invitati da Erik XIV al castello reale di Svartsjö, arrestati e incarcerati nelle prigioni di Uppsala.

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Antica incisione raffigurante i giardini e il castello di Uppsala (source: archive)


Re Erik, in realtà, soffriva di gravi disturbi mentali. Per due volte, ad esempio, visitò le prigioni sotterranee di Uppsala, la prima per chiedere perdono a Nils Svante Sture e la seconda… per pugnalarlo! Si dice, che dopo l’omicidio, il re ordinò alle guardie di uccidere tutti gli altri prigionieri coinvolti nel presunto complotto. Pochi giorni dopo, re Erik venne trovato a vagare nei boschi, confuso e disorientato. Fu riportato a Stoccolma e la sua amante Karin Månsdotter fu l’unica persona che osò avvicinarsi a lui. Solo una donna, tra i parenti delle vittime della follia del re – tal Katharina Stenbock – ebbe coraggio di chiedere un’udienza e al suo arrivo Erik si gettò ai suoi piedi, implorò perdono e ordinò ai suoi giuristi di redigere un atto di risarcimento. Non solo le vedove e gli orfani ricevettero una conferma reale di ciò che era accaduto e del fatto che i loro cari erano innocenti, ma vennero anche indennizzati con una generosa compensazione finanziaria.

Märta Leijonhufvud, la vedova di Svantje Sture, decise tuttavia di devolvere la sua parte di quel “denaro insanguinato” per finanziare la rivolta dei nobili contro il re Erik che, di lì a poco, sarebbe effettivamente scoppiata. Alla fine, dunque, il “pagamento-espiazione” causò al sovrano la sua stessa rovina. La rivolta fu guidata da due fratelli del re, John e Charles i quali, per risparmiare tempo, non fecero battere monete di forma rotonda ma quadrangolare. Queste curiose monete in argento (“Klippe”) vennero emesse nel 1668 in diverse denominazioni, da mezzo, 1, 2, 4 e 8 marchi. Fu così che il termine comune per indicarle, sia a causa del loro utilizzo per finanziare la rivolta che della loro cruenta origine, divenne ben presto “Blodsklippingar”.

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L’esemplare di “moneta insanguinata” da 4 marchi che andrà all’asta a fine settembre (source: Künker)


Fu Mickel Hansson, che aveva lavorato presso la zecca di Vadstena, ebbe l’incarico di disegnare e incidere le monete. Il dritto raffigura un covone di spighe coronato, che rappresenta il simbolo araldico della casa reale di Vasa. Un nastro avvolge il covone e lo lega con le iniziali dei due principi ribelli ribelli, I per John e C per Charles. Il rovescio mostra invece il tradizionale stemma araldico svedese con le tre corone. Facente parte di una collezione di rarità svedesi, una di queste “monete insanguinate” sarà offerta in vendita nella prossima asta Künker del 28 settembre 2015. L’esemplare è stimato “appena” 1500 euro dimostrando, ancora una volta, come non siano sempre gli esemplari con le stime commerciali più elevate a raccontare le storie più emozionanti.