COSA RESTA DEL TEATRO DI PALMIRA?
POCHI RICORDI IN BANCONOTA…

(di Roberto Ganganelli) | “I militanti dell’Isis hanno distrutto la facciata del teatro romano e il Tetrapilo nella città di Tadmu, l’antica città siriana di Palmira, nota per il sito archeologico patrimonio dell’umanità. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, che cita fonti della società civile e lo si vede in queste immagini scattate da un satellite di Digital Globe. Il Tetrapilo, di epoca romana, è considerato uno dei ‘gioielli’ del sito di Palmira. I jihadisti dell’Is hanno nuovamente occupato lo scorso dicembre la città che si trova nella provincia di Homs, nella Siria centrale, dopo che a marzo le forze di Damasco avevano ripreso il controllo della zona”. Così, nel portale “laRepubblica.it” il 20 gennaio, è stata data la notizia dell’ennesimo scempio perpetrato dal fondamentalismo ai danni del patrimonio storico ed archeologico mondiale.

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La banconota da 25 livre di Siria con al rovescio una veduta delle rovine romane di Palmira (source: archive)


Una notizia confermata, in questi giorni, anche da foto aeree che mostrano le colonne mozzate del Tetrapilo e le rovine del proscenio suscitando, per l’ennesima volta, quel sentimento di impotente tristezza che si prova di fronte a simili gesti come, ancor prima e ancor di più, a quel cieco disprezzo per la vita umana che da anni, ormai, serpeggia come un veleno non soltanto in Siria ma ovunque – dietro il velo della religione, quale essa sia – si commettono crimini e stragi efferate.

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Ancora uno scorcio del sito archeologico sui 100 pound emessi a partire dal 1977 (source: archive)


E pensare che la Siria, come si intuisce dando un’occhiata alle banconote emesse dal dopoguerra ad oggi, è stato a lungo un paese nel quale hanno convissuto tradizione e progresso, e soprattutto radici storiche e culturali diverse, dalla civiltà di Ebla alle influenze egiziane, babilonesi e persiane, dalla presenza romana a quella islamica, al punto di esaltare antiche vestigia e nuovi edifici, monumenti millenari e moderni impianti industriali assieme, proprio grazie ai biglietti di banca.

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Il Tetrapilo oggi distrutto nella vignett centrale dei 500 pound siriani del 1990 (source: archive)


Correva l’anno 1950 quando l’allora Institut D’émission de Syrie fece immettere in circolazione un primo taglio da 25 livre con al rovescio le rovine romane di Palmira; un’emissione ripetuta, con poche differenze e colori lievemente modificati, nel 1955. Inizia nel 1977, invece, la circolazione del biglietto da 100 pound a nome della Central Bank of Syria con al fronte il ritratto della regina Zenobia e, al centro, proprio il Tetrapilo di Palmira; una banconota longeva, stampata in varie tirature fino al 1990 e alla quale segue, con simile soggetto al fronte, una 500 pound introdotta nel 1998 e messa fuori corso solo dopo il 2009, con l’emissione dell’attuale serie di banconote siriane. Da allora, Palmira è scomparsa dalla monetazione cartacea della Repubblica Araba di Siria e purtroppo, da pochi giorni, anche una parte importante del sito archeologico è stata cancellata dalla faccia della terra, messa “fuori corso” in nome una visione barbara e distorta di una fede religiosa i cui “veri credenti” – nel senso più autentico del termine – non avrebbero mai fatto ciò.