UNA MEDAGLIA PER LA REGIA SCUOLA
PROFESSIONALE FEMMINILE
“REGINA MARGHERITA”

(di Pietro Magliocca) | La Regia scuola “Regina Margherita” venne costituita durante i primi mesi del 1879, per un’iniziativa di Alessandro Betocchi, primo direttore della Camera di Commercio di Napoli, docente di Statistica ed Economia nell’Istituto Tecnico di Napoli, con lo scopo di offrire vantaggi alle famiglie che costituivano il ceto commerciale della città. L’istruzione delle figlie di queste famiglie doveva portare benefici nell’impiego e nella direzione degli affari commerciali e di contabilità legata a queste attività.

La sede venne predisposta in alcune sale del Gesù Nuovo e con R.D. del 24 giugno 1886, venne riordinata e finanziata dai ministeri dell’Agricoltura, Industria, Commercio e della Pubblica Istruzione, dalla Provincia, dal Comune, dalla Camera del Commercio con una somma complessiva di lire 21.850. Della scuola venne descritta accuratamente la struttura: funzionavano le classi elementari, un corso superiore commerciale triennale (con insegnamenti di lingua italiana, francese e inglese, aritmetica, computisteria, diritto commerciale, merceologia, calligrafia, disegno applicato alle arti), un corso di telegrafia, un laboratorio per l’insegnamento dei lavori muliebri. Al termine della scuola commerciale veniva rilasciato alle alunne un diploma del Ministero di Agricoltura e Commercio, a quelle che avevano frequentato i laboratori un certificato di idoneità nell’arte in cui si erano esercitate. Le alunne erano ammesse alla Scuola all’età di sei anni con il pagamento di una tassa o gratuitamente. Nel 1886 la scuola Regina Margherita mutò il suo indirizzo scolastico e da Scuola femminile di commercio si trasformò in Scuola femminile di arti; essa aveva lo scopo di fornire insegnamenti di cultura generale e professionali applicati all’industria, anche se lo studio delle arti applicate al commercio rimasero; funzionavano laboratori e nei quali le insegnanti erano otto femmine (sartoria, cucito, stiro, ricamo e tappezzeria, maglieria, meccanica, fiori artificiali, merletti) e tre maschi (passamaneria, incisione in legno, telegrafia); le alunne sussistevano in circa 300 unità.; l’orario scolastico si svolgeva in orario mattutino dalle 08.00 alle 11.30 e nel pomeriggio dalle 15.30. La scuola era retta da un Consiglio Direttivo di cui era presidente il prof. Ferdinando Vetere, delegato del Ministero di Agricoltura e Commercio (socio dell’Istituto di Incoraggiamento) e ne erano componenti, oltre il Direttore, i delegati di ciascun ente che la sussidiava (Provincia, Municipio, Camera di Commercio).

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Foto d’epoca della Scuola professionale femminile “Regina Margherita”: da sinistra a destra la classe di stireria, una lezione di merletto, il laboratorio di chimica (source: author)


Nell’anno 1897-1898 era frequentata da 361 alunne ripartite in sei classi elementari e tre normali, divise nei laboratori di cucito (195), ricamo (63), sartoria (32), fabbricazione di fiori artificiali (12), stireria (39), merletti (20).Anche se la Direzione non dava notizie sul collocamento delle giovanette, le licenziate trovavano subito facile e remunerativa occupazione.

Le scuole professionali vennero riordinate con Regio Decreto 18 giugno 1898, per effetto del quale erano state raccolte in tre gruppi: il 1° dei Collegi Riuniti per le figlie del popolo, il 2° degli Istituti Riuniti di educazione professionale femminile, il 3° formato solo da S. Eligio e SS. Bernardo e Margherita. Con R.D. del 20 aprile 1902 venne istituita una Reale commissione per accertare lo stato dell’incremento industriale a Napoli; nella relazione conclusiva furono prese in considerazione solo le scuole professionali ed artigiane femminili principali: la Regia scuola professionale “Regina Margherita” e l’Istituto (ex Ritiro) “Suor Orsola Benincasa” pareggiato nel 1894-1895, perché si ritenne che le scuole delle Opere Pie, non erano professionali in quanto si riducevano sostanzialmente ad attività di beneficenza. La relazione venne indirizzata al Ministro Zanardelli e fu a base della Legge n. 351 dell’8 luglio 1904 con la quale si presero reali provvedimenti per la crescita economica della città e destinati all’istruzione tecnica e professionale, ritenuta uno dei fattori principali, insieme a quelli economici, del risorgimento di Napoli.

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Medaglia per la Scuola “Regina Margherita”, al D/ nel campo raffigurazione dello stemma sabaudo coronato, sotto, la firma .. DE GREGORIO NAPOLI …; bronzo/ottone, diametro mm 28,50, con anello portativo (source: author)


Nell’annuario del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio del 1907 sono riportate notizie sulla condizione dell’insegnamento industriale e commerciale nelle scuole in Italia; tra esse troviamo anche quelle relative alla Regia Scuola professionale femminile di arti “Regina Margherita”. Tra le difficoltà della scuola, segnalate dalla commissione nel 1902, vi era anche la perdita della sede al Gesù Nuovo perché l’amministrazione del Liceo “Vittorio Emanuele”, da cui era gestito l’immobile demaniale, ha dovuto fin dal 1895 dare altra destinazione ai locali prima concessi. In essi fu allogato il quarto Liceo “G. B. Vico”, mentre la Scuola professionale si trasferì nel Palazzo Carafa d’Andria, sua sede attuale al Largo S. Marcellino n. 4, attualmente il n. 5.

Nel palazzo era allocato il Collegio della Carità, fondato nel 1866 da padre Ludovico da Casoria, frequentato dai figli dell’aristocrazia e dell’alta borghesia; soppresso il Collegio, i locali furono presi in affitto dalla scuola, che dopo il regolamento del 1886, R.D. 24 gennaio nr. 2022, ebbe un nuovo Statuto, R.D. 8 marzo 1906. Lo scopo era quello di impartire alle giovanette, che abbiamo compiuto il corso delle scuole elementari, gli insegnamenti teorici e pratici che sono indispensabili alla donna, sia per buon governo della casa, sia per l’esercizio di arti professioni, che meglio si addicevano. La scuola era divisa in tre sezioni (commerciale, impieghi domestici, arti e industrie femminili), che avevano la durata di quattro anni; ogni sezione era fornita di materiale didattico e di laboratori adatti.

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Medaglia per la Scuola “Regina Margherita”, R/ in alto, a mezzo giro, la scritta SCUOLA FEMMINILE | DI ARTI | REGINA | MARGHERITA | NAPOLI; bronzo/ottone, diametro mm 28,50, con anello portativo (source: authors)


S’insegnavano l’italiano, francese, aritmetica, computisteria, calligrafia, storia, geografia, fisica, chimica, merceologia, diritto, economia commerciale, telegrafia, disegno geometrico, disegno ornamentale ed applicato alle arti, pittura sulla stoffa, taglio e cucito in bianco, sartoria, rammendo, ricamo, merletti, stiro. Era provvista di una speciale biblioteca dove oltre i libri si raccoglievano campioni di modelli e di disegni ad uso dei laboratori tutti recanti il timbro della Regia Scuola. Superati gli esami, alle alunne veniva rilasciato un diploma di licenza, attestante il profitto nelle singole sezioni, abilitate alle relative professioni ed uffici, parificato ai diplomi di licenza di scuole di identico grado. La medaglia qui descritta è chiaramente una medaglia che venne coniata per la scuola femminile di arti; in assenza nel campo dell’incisione di un nominativo e/o della descrizione di un premio, un merito (che era una consuetudine in caso di premiazioni), ritengo, a diversità di queste ultime, una medaglia emessa per la scuola, probabilmente, all’atto della sua trasformazione da scuola di commercio a quella di arti; in mancanza di documentazione attestante le ragioni peculiari della sua emissione/coniazione mi sono mosso quindi nel campo delle ipotesi per una sua plausibile attribuzione.

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Betocchi A., “Annuario. Forze produttive della provincia di Napoli”, Napoli 1874.

Di Vaio F. e Fazione C., “La storia dell’Istituto Statale Elena di Savoia di Napoli”.

Rispoli F., “La Provincia e la città di Napoli. Contributo allo studio del problema napolitano” Napoli 1902.

S.I.A., “Relazione della Reale Commissione per l’incremento industriale di Napoli”, Napoli 1903.

S.I.A., “Ministero di Agricoltura Industria e Commercio. Annuario 1907. Notizie sulle condizioni dell’insegnamento industriale e commerciale”, Roma 1907.