HONG KONG: 70 ANNI DOPO, E’ ANCORA BATTAGLIA PER GLI YEN D’OCCUPAZIONE

documents-button(di Antonio Castellani) | Lam Yinbun avava solo 14 anni quando l’esercito imperiale giapponese, sconfitte le forze britanniche di difesa coloniale, occupò la città di Hong Kong nel 1941. L’occupazione durò per anni, terminando solo con la resa incondizionata del Giappone il 15 agosto 1945. Nel 70° anniversario di quel giorno, il signor Lam si è unito ad un gruppo di manifestanti anziani chiedendo un risarcimento per una “reliquia oscura” risalente proprio agli anni della II Guerra Mondiale: le banconote denominate in yen militari che sono diventate carta straccia a seguito della sconfitta giapponese. “Quando l’esercito giapponese ha preso il potere, ha immediatamente costretto la gente a scambiare i propri soldi con yen militari”, ricorda Lam Yinbun, come ricorda di aver fatto la coda presso il Peninsula Hotel per cambiare i soldi. Le banconote avevano tagli a partire da 1 sen, un centesimo di yen, fino a 100 yen e l’allora giovanissimo Lam ne conserva ancora per 100 mila yen, frutto della vendita del negozio di alimentari di proprietà dei genitori.

001Le truppe imperiali giapponesi sfilano per le strade di hong Kong occupata nel 1941 (source: Wikipedia)


Dopo la resa, il Ministero delle Finanze giapponese dichiarò che le banconote militari d’occupazione non erano più convertibili in yen ordinari o in altre valute. La politica del governo coloniale britannico è stata poi quella di rifiutare lo yen, per timore di grandi afflussi di questa valuta non solo dai cittadini di Hong Kong ma da anche dal resto della Cina meridionale. “Si suggerisce che tutta la moneta d’occupazione venga distrutta immediatamente e che un ufficio apposito sia aperto da parte del governo per alleviare il disagio nei casi meritevoli, utilizzando solo moneta avente corso legale o attraverso assistenza in natura”: così recita un documento diramato dai funzionari coloniali nell’agosto del 1945.

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Il massimo taglio – 100 yen – emessi durante l’occupazione militare di Hong Kong (source: archive)


Non tutti gli yen d’occupazione, tuttavia, vennero distrutti; anzi, per alcuni anni furono ancora scambiati come vera e propria moneta nella colonia britannica e, ancora oggi, sono circa 3500 le famiglie che si battono per poter convertire in valuta attuale quegli storici biglietti, il cui controvalore nominale è di circa 540 milioni complessivi. Difficile dire, tuttavia, cosa varrebbero oggi in realtà quegli yen, peraltro molto ricercati dai collezionisti.

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La hall del Peninsula Hotel, che durante la guerra divenne anche centro di cambio delle banconote d’occupazione (source: archive)


L’associazione dei cittadini che chiedono il risarcimento potrebbe considerare di accettare un provvedimento del governo giapponese secondo le linee di una precedente offerta fatta ad ex militari a Taiwan. Nel 1994, infatti, Tokyo accettò di pagare gli stipendi arretrati e rimborsare i libretti di risparmio congelati appartenenti a soldati taiwanesi che avevano servito nell’esercito imperiale. Il tutto, con un tasso pari a 120 volte il valore nominale in tempo di guerra. Se tale scenario venisse applicato anche ad Hong Kong, i 540 milioni di yen militari costerebbero al Giappone circa 65 miliardi di yen attuali, ossia 520 milioni di dollari (il signor Lam Yinbun, per inciso, riceverebbe circa 96 mila dollari).