CINQUE SECOLI FA, LA ZECCA DI MIRANDOLA

documents-button(di Antonio Castellani) | Una mostra di libri e monete: con questa bella iniziativa Mirandola, culla dei Pico, ha commemorato lo scorso 5 febbraio l’apertura ufficiale della zecca cittadina, nella ricorrenza di quel lontano giorno del 1515, mezzo millennio fa, in cui venne firmato il diploma, da parte dell’imperatore Massimiliano I, che sanciva ufficialmente “il diritto di battere moneta”. Una giornata di studi abbinata all’esposizione numismatica è stata anche l’occasione per rileggere il profilo di Gian Francesco Pico (1469-1533), attraverso le vicende che ne hanno scandita la vita e la lettura delle informazioni date dalla produzione delle sue monete. Nella cittadina in provincia di Modena, la numismatica è così diventata protagonista proponendo a cultori e curiosi la “propria” visione della storia e aprendo una originale prospettiva su temi specifici della cultura dell’epoca.

001Le fasi della monetazione di Gian Francesco Pico (source: archive)


Nel corso del convegno stati affrontati i momenti e i periodi storici che hanno contraddistinto la produzione monetaria mirandolese, in particolare sono state evidenziate le diverse “strategie” di comunicazione per la rappresentazione del principe attraverso i tondelli, da quelli con ritratto giovanile a testa nuda a quelli seguenti in vesti di guerriero o con il celebre “berrettone”. Relatori dell’incontro sono stati: Lucia Pappalardo con un interveto dal titolo “Tra fede e setticismo: il profilo storico-filosofico di Giovanfrancesco II Pico della Mirandola”; Franco Bacchellicon  “Il ‘De Auro’ di Giovanfrancesco II Pico”; Lorenzo Bellesia, “L’origine della plurità delle zecche attive nell’area delle attuali province di Modena, Reggio Emilia e Mantova. La Zecca di Mirandola”; Franco Saetti, “Monete del Rinascimento italiano con ritratto: l’esperienza mirandolese”; Giovanni Benatti, “Le monete di Giovanfrancesco II Pico, visita guidata alla mostra”.

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La medaglia celebrativa dei cinque secoli della zecca di Mirandola (source: Collegio dei Monetieri)


Attraverso le monete è stato possibile evidenziare la fase in cui il Pico tenta di legittimare la propria immagine di principe e di consolidare la Signoria, per poi passare ad una fase in cui – in vesti guerriere – si propone come maturo uomo di potere per, infine, assumere un’immagine più rassicurante – dopo le accuse di frode – vestendo abiti civili, insistendo su raffigurazioni religiose (la Vergine, san Francesco, san Possidonio, le scene della Resurrezione e dell’Ascensione). Motti, imprese, simboli e stemmi completano il repertorio simbolico e iconografico della monetazione di Mirandola del periodo.L’iniziativa è stata organizzata dal Centro Internazionale di Cultura “Giovanni Pico della Mirandola” e dal Comune, mentre l’organizzazione della manifestazione e della mostra sono state curate da Giovanni Benatti. Per l’occasione il Collegio dei Monetieri di Lucca ha anche coniato una medaglia celebrativa che abbina al dritto il ritratto corazzato di Gian Francesco Pico al criptico rovescio con il libro, simbolo della cultura umanistica del principe.

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La cartolina ricordo dell’evento (source: archive)