IN LIBRERIA: “LA ZECCA MEDIEVALE DI SALERNO
NELLA COLLEZIONE NUMISMATICA DEL MUSEO
DIOCESANO ‘SAN MATTEO’ DI SALERNO”

(di Roberto Ganganelli) | Già autore del volume “Introduzione alla numismatica salernitana” e di altri interessanti articoli e contributi, il giovane studioso Raffaele Iula conferma le proprie doti di ricercatore nel settore della monetazione medievale con questo volume dedicato all’analisi sistematica delle monete prodotte dall’officina monetaria di Salerno e oggi conservate presso il Museo Diocesano della città campana. “Dopo il lavoro nato dalla collaborazione tra me e il maestro Lucio Bellizia – scrive nella ‘Prefazione’ Giovanni Florio – credevo che mai più mi sarei dedicato allo studio della monetazione salernitana”; invece, l’incontro con Raffaele Iula ha permesso, nell’ambito di un rinnovamento espositivo che sta interessando l’intero Museo Diocesano “San Matteo” di Salerno, di valorizzare la ricca collezione numismatica che, dal 1990, non era più visibile al pubblico e che ovviamente ha, come punto di forza, un vasto numero di monete prodotte dalla zecca locale.

Monete che sono state riordinate e studiate con criteri moderni e con rigore dall’autore il quale, nelle pagine di “Introduzione”, ricostruisce la genesi di questa nuova ricerca, ne spiega le linee di metodo – compresa la sistematica ed essenziale campagna fotografica, condotta da Giuseppe Tesauro Falivene – e, quindi, ne sottolinea l’importanza per una maggior conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico locale.

La copertina del volume di Raffaele Iula (source: archive)


Segue un capitolo in cui si ricostruisce, per quanto possibile, la formazione della raccolta numismatica salernitana dal 1935, anno di fondazione del Museo Diocesano; a questo, fanno seguito ampi approfondimenti dedicati all’attività e alla produzione dell’officina monetaria, alla sua ubicazione, ai tipi monetali e agli stilemi caratteristici sia nel periodo più arcaico, quello di capitale dell’omonimo Principato longobardo, che in seguito con i Normanni, quale parte del Ducato di Puglia e, in seguito, nell’ambito del Regno di Sicilia fino al declino nel periodo degli Altavilla fino alla conquista da parte di Roberto il Guiscardo.

La puntuale schedatura comprende 424 esemplari di cui solo appena pertinenti alla zecca di Napoli, altri otto a Messina e i restanti all’officina salernitana, ad iniziare dalle emissioni di Gisulfo II (0152-1077); seguono tabelle di concordanza con gradi di rarità dei singoli esemplari, con la numerazione relativa all’opera del Cagiati, del D’Andrea-Contreras e del volume di Lucia Travaini ed una nutrita bibliografia. Chiudono il volume le tavole fotografiche di tutti gli esemplari schedati e gli indici delle legende, dei nomi e dei luoghi notevoli.