“DA TEBE A SAN SEVERO”: UN TORNESE UNICO
E INEDITO
DELLA CONGIURA DEI BARONI

(di Realino Santone) | Come spesso accade, da sempre, le vendite all’incanto rappresentano delle vere e proprie “miniere numismatiche” dalle quali emergono, talvolta in modo del tutto inatteso, esemplari rarissimi se non unici, inediti che aggiungono alla nostra conoscenza della monetazione delle tessere preziose. Nella XLVII asta Artemide (che l’autore ringrazia per la concessione delle immagini) erano presenti ad esempio interessanti e rare monete del Centro e del Sud Italia e, tra queste ultime, è sicuramente da segnalare l’esemplare al lotto n. 510, un denaro tornese della zecca pugliese di San Severo (Fig. 1) con legenda del dritto inedita.

Fig. 1 | L’inedito tornese ex asta Artemide: D/ + ThBANI CIVIS S ; castello stilizzato; R/ + : SANTVS : SEVER : ; croce patente dentro cerchio lineare (Mi, g 0,63, mm -). Ad oggi unico, manca in tutti i testi consultati

Tale legenda, infatti, nella forma + ThBANI CIVIS S, è ripresa ad imitazione del denaro tornese di Tebe, in Grecia (Fig. 3) e il fatto non deve stupire dal momento che i tornesi provenienti dalla Grecia circolavano numerosi in Italia meridionale, anche per gli scambi commerciali, tanto da essere “imitati” da numerose officine monetarie come Sulmona e Tocco nel XIV secolo, da Campobasso, Limosano e San Severo nel corso XV secolo.

Fig. 2 | Il tornese di San Severo del tipo già (immagine tratta da “Le monete dell’Abruzzo e del Molise”, tav. XIII n. 1)

I tornesi di San Severo, in particolare, sono monete di esimia rarità: a chi scrive risultano noti appena due esemplari dei quali uno nella ex Collezione Reale di Vittorio Emanuele III, ed entrambi con al dritto legenda + SANTCVS . SEVER e al rovescio + DE CAPITANATA (Fig. 2). Il tipo qui presentato non è censito nelle due opere di riferimento sulla zecca di San Severo (Ruotolo G., “Le zecche di Campobasso e San Severo (1461-1463). Le monete del conte Nicola II di Monforte”, Termoli 1997; D’Andrea A. e Andreani C., “Le monete dell’Abruzzo e del Molise”, Mosciano 2007).

La moneta usata come modello da “imitare”: il denaro tornese di Tebe coniato ad Atene sotto Guillame de La Roche (1280-1287). Esemplare ex asta Monnaie d’Antan (Mi, g 0,74, mm 17)

La moneta oggetto di questo studio dovrebbe essere dunque – salvo altri non censiti finora – il terzo esemplare conosciuto, e inoltre l’unico con legenda del dritto diversa, di tipo “greco”. Immutata invece la legenda del rovescio (+ DE CAPITANATA) che indicava il Giustizierato (ossia la provincia) del territorio che corrisponde all’incirca all’attuale provincia di Foggia. La zecca di San Severo ebbe vita brevissima: fu attiva infatti, con buona probabilità, solo nel mese di aprile 1463, durante la prima congiura dei baroni (1459-1463) quando la città si ribellò al sovrano Ferdinando I D’Aragona e venne occupata da Nicola II di Monforte, conte di Campobasso e genero di Paolo Di Sangro signore di San Severo.

San Severo (FG) in una incisione del XVIII secolo e l’attuale gonfalone del Comune

Un esemplare, dunque, che evidenzia una varietà di produzione nella pur breve attività della zecca e che ha particolare rilevanza sia per chi studia questi nominali che per la storia della città (Fig. 4) e del territorio dove venne coniata.