NEL 2018 ANCHE L’ITALIA DARA’ L’ADDIO
ALLE MONETINE
DA 1 E 2 EURO CENT? 

(a cura della redazione) | “In Finlandia – scrive Mario Sensini ne ‘Il Corriere della Sera’ del 15 maggio – non hanno neanche aspettato l’arrivo delle primissime monetine da 1 e 2 centesimi di euro, per cancellarle. Contestualmente all’avvento della moneta unica, nel gennaio 2002, Helsinki decise per l’arrotondamento dei prezzi ai 5 centesimi più vicini. Decisione seguita due anni dopo dall’Olanda, nel 2010 dall’Irlanda, e nel 2014 dal Belgio. Tutti Paesi dove le monetine più piccole della divisa europea, pur mantenendo pieno corso legale, non vengono usate. Anche perché produrle costa più del loro valore nominale.

Castel del Monte sul centesimo italiano (source: archive)


Il prossimo Paese europeo ad abbandonare i piccoli centesimi potrebbe essere proprio l’Italia se passasse l’emendamento alla manovra correttiva, all’esame della Camera, presentato ieri [il 15 maggio, ndr] dal Pd. La proposta, primo firmatario Sergio Boccadutri (che già nel 2013 tentò invano) prevede che i risparmi della mancata coniazione delle monetine da 1 e 2 centesimi (compito delle banche centrali nazionali, quella olandese, tagliandola, risparmia 36 milioni di euro l’anno) sia destinato al Fondo per la riduzione del debito pubblico. E che il ministero dell’Economia stabilisca i criteri per l’arrotondamento dei prezzi ai 5 centesimi più vicini.

La Mole Antonelliana sui 2 euro cent tricolori (source: archive)


Operazione che secondo alcuni rischia di determinare un aumento dell’inflazione, ma che nei Paesi europei dove è già praticata è sempre stata sostenuta dalle associazioni dei consumatori. In Belgio, Olanda, Finlandia e Irlanda, per giunta si arrotonda solo il conto finale della spesa, e non i singoli prodotti, e solo per i pagamenti in contanti: 1, 2, 8 e 9 centesimi si arrotondano a zero mentre 3, 4, 6 e 7 centesimi si arrotondano a 5. I centesimi di euro, compresa la moneta da 5, rappresentano l’80% di tutte le nuove monete coniate nella zona euro. Una produzione decisamente antieconomica, visto che il conio della moneta da 1 centesimo ne costa 4,5 mentre per quella da 2 centesimi ce ne vogliono 5,2”.

Se la proposta verrà approvata, tuttavia – come rassicurano fonti vicine all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – la coniazione dei due euro spiccioli di taglio più basso proseguirebbe comunque per le serie destinate ai numismatici, come avveniva prima del 2001 per i tagli, già da tempo privi di un effettivo uso, da una fino a 20 lire.