IN LIBRERIA: “CNORP. VOLUME V.
LE MEDAGLIE DI RESTITUZIONE

(di Roberto Ganganelli) | Alzo lo sguardo, nella mia biblioteca, dando uno sguardo alla mensola che ospita le opere di Adolfo Modesti e non posso stupirmi di come questo prolifico autore, esperto di medaglistica pontificia e non solo, abbia saputo produrre una tale mole di volumi, fondamentali ormai sia per la puntualità delle classificazioni che per gli approfondimenti storici, artistici e sugli incisori. Ad essi si è aggiunta da poco la monografia dedicata, nell’ambito della collana del “Corpus Numismatum Omnium Romanorum Pontificum”, alle medaglie papali di restituzione, ossia a quelle coniazioni e fusioni un tempo chiamate “apocrife” – in quanto non coeve con i pontefici raffigurati, o non ufficiali – e oggi meglio definite, per l’appunto, “di restituzione”. Nelle 278 pagine a colori di cui si compone l’opera di Adolfo Modesti prende in esame tutte le emissioni di questo tipo pertinenti ai pontefici romani, da san Pietro a Giovanni Paolo II, non potendosi considerare ancora definitivo il “corpus” di eventuali medaglie dedicate a Benedetto XVI, pontefice emerito, e al papa attualmente in carica, Francesco.

L’autore, che dedica la ricerca a Roberto Ginocchi – valente ricercatore scomparso prematuramente nel 2014 – fa precedere il catalogo da un utile capitolo in cui viene circoscritto l’argomento del volume sgombrando il campo da una serie di dubbi e definendo concetti finora rimasti abbastanza “aleatori” su quali siano da considerare effettivamente medaglie di restituzione. Seguono una cronologia dei papi e degli antipapi presi in esame ed una serie di particolarità, anomalie e curiosità sull’argomento, il tutto a precedere una disamina più approfondita sul tema nella quale si elencano, innanzi tutto, le principali serie di restituzione papali, le loro particolarità, e fornendo indicazioni su consistenza, caratteristiche tecnico-stilistiche, committenza ed ambito storico nel quale presero vita.

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La copertina del nuovo libro di Adolfo Modesti dedicato alle medaglie papali di restituzione (source: archive)


Si inizia con la celeberrima serie di Tobias Wolff, realizzata in Germania tra il 1574 e il 1576, per proseguire, tra 1590 e 1600, con la prima serie papale di restituzione di produzione italiana al tipo del ritratto pontificio e delle chiavi in palo, oppure – in pochi casi – del san Pietro con chiavette decussate. Altre serie seguono, con ritratti e spesso stemmi pontifici puramente “di fantasia”, ma sempre tali da evocare un passato in parte non conosciuto ed una volontà, per l’appunto, di “restituirlo” in tondelli anche per soddisfare la crescente moda antiquaria, oltre che più nobili intenti religiosi e propagandistici.

Il V volume del “Corpus Numismatum Omnium Romanorum Pontificum” prosegue fino a censire le serie di medaglie prodotte nel XX secolo, spesso caratterizzate da fini prevalentemente commerciali – se non speculativi – ma, in molti casi, non prive di un certo pregio artistico. Di elevata qualità e davvero ampio l’apparato iconografico frutto, oltre che dello spoglio di importanti raccolte private e cataloghi d’asta, di un numero consistente di collezioni pubbliche italiane ed estere, da Roma a Venezia a Milano fino a giungere a Madrid, Parigi, Londra a Monaco. Completano il volume, come d’uso per le opere di Modesti, un’ampia bibliografia e annotazioni biografiche sugli artisti autori delle medaglie individuati nel corso della ricerca.

Il tutto, come sottolinea Leonardo Mezzaroba nella “Presentazione”, per dar vita ad un’opera che ha avuto una lunga gestazione, sia metodologica che sotto il profilo della pubblicazione effettiva, e che finalmente fa chiarezza in un settore “non istituzionale” della medaglia pontificia disseminato di opere anonime o di complessa attribuzione, senza contare le riconiazioni e le versioni successive realizzate a partire dalle serie “originarie”.