PAROLE E MONETE: “PARI ANIMO”

(di Roberto Ganganelli) | La rubrica “Parole e monete” fa tappa, oggi, in una piccola zecca del Nord Italia, quella di Massa Lombarda nella quale il marchese Francesco d’Este (1516-1578, sul trono dal 1544) fece coniare alcune monete – doppie, talleri e testoni – sui quali al dritto appare il busto del marchese, rivolto a destra, drappeggiato e corazzato e con legenda FRANC | ESTENS | MARCH MASSAE. Al rovescio, invece, due eleganti tempietti circolari, con colonne e cupole, ed il motto PARI ANIMO (nelle doppie e nei testoni, in esergo) o ANIMO PARI (nei talleri, nel giro in alto), ossia “Con pari animo”.

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La doppia in oro di Massa Lombarda, di estrema rarità, con impresa PARI ANIMO e proveniente dalla collezione Superti Furga (source: Numismatica Ars Classica)


Una legenda analoga appare anche su una medaglia di Francesco d’Este e, a proposito di queste criptiche parole, Mario Traina scrive – ne “Il linguaggio delle monete”: “Considerando che il tempio in araldica è simbolo di eternità e di gloria, i due tempietti possono simboleggiare, secondo l’interpretazione di Carlo Kunz, Francesco e la moglie Maria di Cardona, destinati a restare imperituri nel ricordo, oppure Francesco e il padre Alfonso, le cui orme il figlio s’impegnava a seguire con ‘pari coraggio’. Giulio Superti Furga ipotizza invece nei due tempietti i sudditi, ‘uguali nella disposizione d’animo del principe, tanto da poter loro assicurare ‘pari animo’, ossia un uguale trattamento e considerazione, indipendentemente dai loro sentimenti e opinioni, insomma una promessa di imparzialità, di non discriminazione’. Ma Superti Furga aggiunge subito dopo: ‘Affascinante la fantasia, ma troppo bella per un principe del ‘500’”.

L’impresa di Francesco d’Este come appare nel volume di Giovanni Battista Pittoni e Lodovico Dolce (source: archive)


Non va dimenticato, tuttavia, che la raffigurazione del rovescio riprende una delle cinque imprese filosofiche di Francesco d’Este che si trovano dipinte nella Sala delle Imprese, o Sala Rossa, del palazzo Marfisa d’Este a Ferrara, dove il marchese trascorse buona parte della sua vita. I due tempietti stanno a significare, nello specifico, l’uno la virtù e l’altro l’onore. La virtù si conquista e l’onore è ciò che si mantiene, il proprio io, la propria natura che viene valorizzata dalla virtù acquisita. La virtù è ciò che ci rende nobili e sacri, mentre l’onore è ciò che siamo e che mai dobbiamo dimenticare. Il richiamo è al Cristo, virtuoso fino all’ultimo istante della sua vita e che, nonostante sia stato sbeffeggiato, deriso e torturato, non perse mai l’onore.

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Un raro sesino in mistura di Francesco d’Este con ritratto al D/ e R/ anepigrafe con aquila nel campo (source: Numismatica Ars Classica)


Risalendo a fonti più antiche, a proposito di PARI ANIMO troviamo la raffigurazione dell’impresa da parte di Giovanni Battista Pittoni ed il relativo sonetto composto Lodovico Dolce nel 1566, nel raro volume “Imprese di diversi principi, duchi, signori, e d’altri personaggi et huomini illustri” (vol. II, p. 19r.): “DI DON FRANCESCO DA ESTE. / Ecco due Tempi d’artificio eguale, / Parimente di forma e di grandezza: / Similmente ambedue d’egual bellezza; Benche ogni bel lavor col tempo è frale. Serba il buon Don FRANCESCO animo, quale / Si convien all’illustre inclita altezza / De la sua stirpe, ad ogni studio avezza, / Che puo far di terreno huomo immortale. / In lui l’ardir, in lui l’alto valore / Pari agli antichi, et à moderni Heroi;  / C’hebbero in guerra e in pace il primo honore. / Et ardon tutti i disideri suoi / In mostrarsi del lucido splendore / Degno di tanti chiari Avoli suoi”.

La doppia qui illustrata, uno dei due soli esemplari conosciuti, proviene dalla collezione Superti Furga e rappresenta una delle massime rarità della monetazione italiana.