PROGETTO DI MONETA O MEDAGLIA?
RIFLESSIONI SU UN’OPERA DI LUIGI GIORGI

(di Roberto Ganganelli) | Nel prossimo catalogo di Inasta, al lotto 1929, è presentata un’interessante coniazione definita “5 Lire 1900 Pag. P.P. manca; Mont. manca RRRRR (CU g. 19,17)- Progetto – Nel Montenegro è riportato solo un esemplare in Ag”. L’opera raffigura al dritto la testa del sovrano a collo nudo, rivolta a sinistra, con sul bordo VITTORIO EMANUELE III RE D’ITALIA e la data XXIX LUGLIO MCM, con riga sopra i numeri romani. Sotto il collo L. GIORGI F. Al rovescio una bella allegoria dell’Italia, turrita e con scudo caricato dall’aquila e dallo stemma sabaudi, seduta su un’ara votiva sulla quale è scolpita la Lupa capitolina che allatta Romolo e Remo con in basso S.P.Q.R. Nella mano sinistra, un ramoscello d’ulivo, accanto – in piedi – un fanciullo nudo con nella destra un caduceo e ai piedi un leone accucciato; sullo sfondo un campo di grano, colline, una veduta marina con nave e faro, il sole nascente. In cerchio la legenda PROSPERITATE PVBLICA AVGENDA, in esergo L. GIORGI.

L’esemplare è riportato in argento (mm 38,10 per g 21,00) e in rame (mm 38,10 per gr 19,69) a p. 347 del volume di Domenico Luppino “Prove e progetti e rarità numismatiche della monetazione italiana (dal secolo V al 2002)” e, in merito alla reale natura della coniazione, l’autore riporta come per Eupremio Montenegro – il primo a pubblicarne, anni fa, un esemplare – “potrebbe essere un progetto preparato per l’avvento al trono di Vittorio Emanuele III”. Si tratta invece, certamente, di una medaglia celebrativa (forse, neppure coniata in serie ma solo in pochissimi esemplari di prova) dal momento che vari fattori stilistici e dettagli storici permettono di avvalorare tale ipotesi.

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Il dritto della medaglia di Luigi Giorgi per l’avvento al trono di Vittorio Emanuele III (source: Inasta)


Innanzi tutto, nell’anno 1900 l’artista Luigi Giorgi non collaborava ancora con la Regia Zecca di Roma, cui sarebbe approdato solo in seguito, nel 1906, dopo aver vinto il concorso pubblico come capo incisore, divenendo anche primo direttore e docente – dal 1907 – della Scuola dell’Arte della Medaglia; il virtuoso bulino lucchese, del resto, a cavallo tra XIX e XX secolo lavorava ancora tra la città d’origine e Firenze, dove si era stabilito nel 1882 ed aveva aperto laboratorio sul Lungarno Serristori.

Sotto il profilo stilistico e compositivo, se è vero che l’opera qui illustrata incorpora elementi tipici della moneta – ad esempio il cerchio di perline lungo il bordo del dritto e l’ariosa ed essenziale composizione tra iscrizioni e ritratto regio – è altrettanto evidente che ben difficilmente una moneta avrebbe potuto riportare una data così particolare, il 29 luglio 1900 per l’appunto, sia per ragioni di convenzione che di opportunità. Se quel fatidico giorno, infatti, segnò l’ascesa al trono di Vittorio Emanuele III, è pur vero che ciò avvenne per un evento tragico, l’assassinio di Umberto I a Monza per mano di Gaetano Bresci.

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Il complesso rovescio allegorico della coniazione datata XXIX LUGLIO MCM (source: Inasta)


Anche il rovescio permette di propendere per la natura medaglistica della coniazione: troppo complesso e articolato – infatti – ci appare il soggetto allegorico per figurare su una moneta, pur prestigiosa, come pure la composizione esclude la possibilità di apporre elementi fondamentali quali il valore nominale e perfino il segno di zecca. Manca, inoltre, qualunque indicazione del paese emittente (altro elemento imprescindibile nella monetazione italiana del periodo) e, infine, sotto il profilo metrico i pochissimi esemplari noti non coincidono né con il diametro delle 100 lire in oro (34 millimetri) che con quello delle 5 lire in argento (37 millimetri).

Anche Mario Traina, ne “Il linguaggio delle monete”,  a p. 346, riporta solo l’ipotesi del progetto di moneta; per quanto riguarda il significato del motto, ossia “Accrescendo la prosperità pubblica”, questo può essere facilmente spiegato considerandolo un auspicio di benessere e di crescita per l’Italia grazie al nuovo sovrano, sia sotto il profilo dell’economia tradizionale – l’agricoltura – che dell’industria e dei commerci. Il bambino con caduceo, del resto, si può ricondurre alla tradizione figurativa di Mercurio, protettore per l’appunto del commercio. L’auspicio incarnato dal ramoscello d’ulivo, infine, si sposa con la simbologia del leone accosciato, emblema di un’Italia pacifica ma, al tempo stesso, vigile a difesa della propria giovane integrità nazionale.

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I due modelli in gesso della coniazione conservati nel Fondo Luigi Giorgi (source: Fondazione Antica Zecca di Lucca)


A conclusione, si segnala come una coppia di modelli in gesso in contenitore metallico, pertinenti a questa medaglia – un abbozzo del ritratto di Vittorio Emanuele III ed una elaborazione avanzata del rovescio, priva tuttavia di iscrizioni – facciano parte del Fondo Luigi Giorgi conservato presso la Fondazione Antica Zecca di Lucca.